Facebook ti fa fumare, bere e consumare droghe.

Uno studio del National Center on Addiction and Substance Abuse della Columbia University lancia l’allarme: «il tempo speso su Facebook, MySpace e altri social network espone i ragazzi tra i 12 e i 17 anni a un accresciuto rischio di fumare, bere e fare uso di droghe».

I risultati ottenuti dai ricercatori tramite una indagine telefonica e via internet di circa 2 mila giovani compresi in quell’intervallo di età dimostrerebbe che per coloro i quali trascorrono del tempo sui social media (il 70% del campione) il rischio di consumare tabacco è cinque volte più elevato, quello di bere tre volte più elevato, quello di fumare marijuana due volte più elevato.

«Nessuna sorpresa», commenta ben poco scientificamente la ricerca, «con quello che i ragazzi possono vedere su Facebook e sugli altri social network». Il 50% di coloro i quali ne fanno uso, e perfino il 14% di chi non li usa, dice infatti di essere stato stato esposto a immagini di ragazzi ubriachi o che si drogano. Questo comporterebbe un rischio triplo per il consumo di tabacco, quadruplo per quello di marijuana, il raddoppio delle possibilità di consumare droghe in futuro e perfino una grossa facilitazione nel reperire sostanze stupefacenti.

Il Corriere della Sera, che da un pezzo non si fa scappare questi «scoop» (quando ci sarebbe anche altro da raccontare, nota Valigia Blu), ha riportato i risultati dello studio con enfasi e allarmismo: «un pericoloso legame», «un imprinting necessariamente nocivo». Insomma, «non si tratta di una condanna di Facebook e simili, chiaramente neutrali» (ma il resto del pezzo non dice il contrario?), ma «c’è un collegamento».

In realtà, semmai, lo studio dimostra una correlazione all’interno del campione intervistato. Già estenderne i risultati all’intera popolazione di ragazzi su Facebook, diversi milioni di individui, è tutt’altro che pacifico. Ma anche ammesso che sia metodologicamente lecito, resta il fatto che una correlazione non è una causa. Come specifica il presidente del centro di ricerca, Joseph Califano, al Chicago Tribune: «Non stiamo dicendo che i social media causino» il maggior consumo di droghe, «ma che è una caratteristica a cui i genitori dovrebbero prestare attenzione».

Eppure all’interno dello studio i toni sono ben diversi. Per esempio: «è giunto il tempo per chi opera e fa profitto con i social network come Facebook di mettere in campo la loro esperienza per tenere a freno la diffusione di quelle immagini e negare l’uso dei loro siti ai fanciulli che postino immagini di loro stessi e dei loro amici durante il consumo di alcool e droghe». In altre parole, bisognerebbe chiudere gli account dei minori che si fotografano con una birra in mano. Non solo: i risultati della ricerca dovrebbero «inoculare il terrore di Facebook nei cuori dei genitori dei giovani adolescenti».

Commenti ben poco istituzionali, e per nulla adatti al rigore di una pubblicazione scientifica. Come il parere, da editorialista più che da scienziato sociale, reperibile a pagina ii:

«L’indagine di quest’anno rivela come il mondo del ‘tutto è concesso’ e dell’espressione su Internet aperta a tutti […] aumenti fortemente il rischio di abuso di sostanze per i ragazzi».

Una conclusione decisamente troppo forte da una semplice correlazione. Che potrebbe essere utilizzata come giustificazione di progetti censori. E, soprattutto, ignora uno dei risultati ottenuti. E cioè che è «molto più probabile», per chi è stato esposto a quel tipo di immagini, «avere amici e compagni di classe che fanno uso di sostanze illegali».

Eppure il punto è tutto qui. Perché, trattandosi di una semplice correlazione, è possibile che ad aumentare il rischio di consumo di sostanze illegali sia non l’esposizione alle immagini di chi lo fa ma, al contrario, l’avere più amici che bevono o si drogano, e il loro esercizio dell’arcinota influenza a fare altrettanto. Le solite cattive compagnie, insomma.

Una ipotesi avvalorata dal Washington Post, che commenta:

«Una correlazione sorprenderebbe qualcuno? Questa forma di pressione da parte dei coetanei può avvenire in un mezzo relativamente nuovo, ma non è certo una preoccupazione nuova».

Il che spiegherebbe anche la maggiore facilità di reperire alcol e droga. Se così fosse, e lo studio pur sostenendo il contrario non può escluderlo, Facebook sarebbe solamente il luogo dove condividere le foto dei bei momenti trascorsi con i propri compagni di sbronze, e non avrebbe niente a che vedere con ciò che causa le dipendenze né con il rischio di svilupparne. La ricerca, insomma, potrebbe semplicemente aver svelato che, all’interno del campione scelto, è più probabile che chi consuma alcol e droga sia su Facebook di chi non lo fa. Una conclusione di buonsenso avvalorata indirettamente dal modo scorretto in cui i ricercatori hanno cercato di ingigantire la portata dei propri risultati.

Altro che «pericoloso legame», in conclusione. Qui l’unico pericolo è la solita, orribile saldatura tra pseudo-scienza a caccia di visibilità e pseudo-giornalismo a caccia di click.

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9 pensieri su “Facebook ti fa fumare, bere e consumare droghe.

  1. «Gli fai aumentare i click». Può darsi, ma che differenza possono fare 20, 30, perfino 50 click portati dal mio blog? Nessuna. Invece penso sia sensato riportare certe «stronzate». Soprattutto se provengono dalla Columbia University.

    • Ho letto adesso questo passo del libro di De Baise Cambiare Pagina.
      A pag. 170 scrive
      “Se un ministro ritiene che la sede di Confindustria – e del suo centro studi – non sia in viale dell’Astronomia, ma in viale dell’Astrologia, quando lo dice non dovrebbe essere neppure citato. Oppure la sua frase dovrebbe andare in una pagina di gossip o barzellette”.

      Cade a fagiolo

  2. “(…) essere stato stato esposto a immagini di ragazzi ubriachi o che si drogano. Questo comporterebbe un rischio triplo per il consumo di tabacco, quadruplo per quello di marijuana” ecc. ecc.
    Avete fatto caso che sul Corriere.it l’articolo è corredato dalla foto di una ragazza ubriaca? Chi legge il Corriere è a rischio di droga e tabagismo?

  3. Puzzano questi studi …

    il tirare le somme sulle correlazioni non era quella cosa buffa per cui se in una città con più alto numero di chiese c’è un alto tasso di criminalità si va a pensare che la Chiesa induce alla criminalità ?

    Oltrettutto, queste sono le armi che usano per tagliare i fondi alla ricerca: ti pare che si spenda soldi per c…. simili?

  4. Pingback: Facebook ti fa fumare, bere e consumare droghe. « My3Place

  5. Allarme tra i giovani: il consumo di alcool, droghe e sigarette accresce il rischio di perdere tempo su facebook.

    Un rivoluzionario studio evidenzia la macabra correlazione tra le sostanze stupefacenti ed il social network.
    Sembra che il cervello degli adolescenti, una volta intossicato da alcool o droga, sia 11 volte più esposto alla tentazione di “loggarsi” e “chattare”.
    Genitori avvisati: nascondere il PC quando vostro figlio è alla quarta birra può salvargli la vita.

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