Passata la festa, gabbato lo santo: quale futuro per il “popolo viola”?

Passata la festa, gabbato lo santo. La saggezza popolare sembra valere anche per il “popolo viola“, ovvero quella massa oscillante tra le 90 mila e il milione (e più) di unità che il 5 dicembre ha partecipato al No Berlusconi Day. E’ di oggi la notizia, diffusa dalla pagina ufficiale del movimento su Facebook, che il fantomatico San Precario, ideatore della manifestazione, abbia deciso di abbandonarne l’amministrazione, per ridiventare “un semplice iscritto”. I viola per la maggior parte ringraziano, anche se non manca chi chiede lumi sull’identità di un personaggio che oramai, sostengono, è divenuto pubblico e come tale non può restare a volto coperto. Poco male: “i fasci“, scrive San Precario sul social network, “possono attaccarsi al tram”. L’anonimo benefattore non rinuncerà alla sua privacy

Ma è l’intera organizzazione a sembrare in crisi di identità. Sempre tramite Facebook gli amministratori della pagina comunicano che il “dittatore da due soldi” Berlusconi troverà “ovunque andrà” la contestazione del “popolo viola”. Il discorso del Cavaliere a Milano di oggi pomeriggio, già battezzato “Predellino 2” dai giornalisti, sembrerebbe una ghiotta occasione per far sentire la propria voce; magari, propone qualcuno (prima di venire bannato dal gruppo), con delle uova in tasca. Un’ora dopo, tuttavia, arriva la smentita: “contestare Berlusconi alla festa del PDL è un atto irresponsabile di chi ha deciso che il proprio ruolo è quello della macchietta politica”. Contraddicendo così anche NetNews24, che chiamava il popolo del NBD a raccolta con l’eloquente titolo: “Il Popolo Viola di nuovo in piazza domani contro Berlusconi”.  

Al che si moltiplicano i litigi, le accuse e i distinguo. C’è che decide di fare da sé, e pubblicizzare una pagina in cui coordinare l’incontro tra i contestatori. C’è chi, invece, grida all’infiltrazione dei berlusconiani, veri e propri hacker che si sono impadroniti dell’account della pagina per creare confusione e mettere il popolo viola contro se stesso. Volano gli insulti, le teorie del complotto si moltiplicano e, nella ressa, i moderatori faticano a tenere a bada le teste calde.

Se a tutto questo si somma il silenzio degli organizzatori, è comprensibile il clima di delusione e disorientamento che si respira tra le fila degli ex-manifestanti. Quella che soltanto qualche giorno fa veniva chiamata “intelligenza collettiva” rischia di trasformarsi in rissa senza un obiettivo chiaro e concreto che ne guidi i passi. Fino a che si trattava di scendere in piazza tutti insieme per gridare il proprio “no” a Berlusconi, ha prevalso lo spirito collaborativo (pur, anche qui, con le ombre censorie rivelate in questo gruppo). Ora che alle corde vocali devono sostituirsi i progetti, tutto diviene più difficile.

Iniziano dunque a venire a galla i limiti di un modello organizzativo orizzontale come quello adottato per il NBD quando dalla protesta si passi alle proposte. Che fare dell’idea, sottoscritta già da oltre 4000 persone, di ripetere una manifestazione ogni primo sabato del mese? Come considerare la richiesta di aiuto ai capi di Stato esteri per scongiurare il rischio dittatura in Italia e data in pasto ai media a firma “Il popolo viola”? Come evitare che, nel malaugurato caso in cui si verificassero degli scontri di piazza, qualche abile manipolatore dell’informazione ne attribuisca la colpa all’intero movimento, piuttosto che ai singoli facinorosi?

Tutte domande che devono trovare una risposta al più presto, e che richiedono (checché ne dicano i viola) una qualche forma di leadership. Prima che l’entusiasmo scemi, o che si chieda a gran voce il ritorno alla tanto detestata forma-partito.

Forse ora Grisorio, Mascia e gli altri capiscono un po’ meglio cosa significa vestire i panni del Bersani di turno.

13 pensieri su “Passata la festa, gabbato lo santo: quale futuro per il “popolo viola”?

  1. bellissimo articolo Fabio! io credo ke cmq parlarne nelle piazze ogni primo sabato del mese è conseguenza logica e giusta! bisogna confrontarsi, divulgare, coinvolgere ki non usa la rete per informarsi…è un’iniziativa davvero spontanea questa, e infatti non sostenuta dagli organizzatori centrali!
    ke si kiariscano le idee si…e ke siano + coinvolgenti e democratici…l’intento, almeno per il popolo, non era creare un partito ma risvegliare le menti ammorbate dai media governativi…e questo può avvenire solo continuandone a parlare…e a scendere in piazza, ognuno nel suo territorio.
    Tutto sta diventando + difficile perkè il comitato centrale non accetta alcun tipo di proposta….e io mi kiedo perkè…i comitati locali sono tornati utili per il 5 ma non sono considerati abbastanza civili da portare avanti nel locale iniziative specifike! perkè? perkè questa politica accentratrice del comitato centrale?
    ognuno è responsabile per se, il comitato stia tranquillo quindi…quello ke voleva lo ha ottenuto…forse è tempo ke si sciolga e ke dia spazio alla vera spontaneità popolare!

  2. Apprezzo, con davvero molta onestà, l’articolo, in quanto lo ritengo espressione di una attenta riflessione.
    Questo popolo viola, di cui ho fatto parte io per un sol giorno, non è afflito dalla sindrome popolare presentata nel tuo articolo. La manifestazione in sè, espressione di un malcontento popolare verso il sistema tutto e non solo contro l’attuale premier, come ho ribadito più volte nel mio blog, espressione del “popolo viola” è servita a molto. A suscitare una sana voglia di legalità, di far valere un diritto sancito dalla Carta, di esercitare il ruolo di cittadino. Una protesta che ha svegliato qualche ignavo, qualcuno dormiente perso nella sua vita, qualcuno scettico sull’operato del sistema tutto. E si è potuto organizzare il 5 dicembre mediante la mediazione e l’intervento di un comitato centrale che ha preso sulle su spalle la responsabilità, il rischio e il pericolo della protesta.
    Finita la “guerra”, torna la pace. I volti devono essere rinnovati, i compiti riassegnati, la propaganda rifatta e ristudiata a tavolino, perchè inizia un nuovo periodo. E allora, non è “passato lo santo”. Forse è passata la concretezza, lo scendere in piazza a gridare, il vociare e il parlare. Ma non è venuto meno il malcontento, e tutta la voglia di cui sopra. È come se fosse latente in ognuno. Come se fose un mostro che in un momento ben preciso si svegliasse dall’oltretomba, e ricominci a fare ciò per cui viveva. Mi spiace per la similitudine, ma la prima che mi è venuta in mente.
    E allora, questo è il mio augurio per tutto il popolo viola. Ognuno si impegni nel suo piccolo, ma si risvegli al momento giusto ed opportuno.
    Inoltre, vorrei esprimere il mio totale dissenso per l’ultima frase dell’articolo. Non mi pare il caso di paragonare Bersani agli organizzatori del popolo viola. Anzitutto essi non sono politici, non siedono in parlamento, non hanno la facoltà di fare leggi, di firmarle. E secondo, questa del popolo viola mi sa tanto i opposizione nel senso vero del termine. Anche a Bersani stesso, reduce, nel caso non sapessi, di un dialogo a dir poco sconcertante, di cui ho parlato nel mio blog.
    Decisemente due persone diverse.
    Apprezzo l’idea di Barbariux, un po meno il suo modo di scrivere.
    L’italiano è così bello!

    Saluti, kususe

  3. Non sono d’ accordo su una cosa: ” dire che I volti devono essere rinnovati, la propaganda rifatta.” Quando mai un leader lascia tutto ciò per cui ha lavorato mesi? Meglio dire che è stato un FLOP grande. Ma la verità a volte fa male.

  4. Ma no Marco. Non ho mai insinuato che un leader debba lasciare tutto quello per cui ha lavorato per mesi. Affermo solo che occorre un continuo rinnovamento. Un rinnovamento che conduce all’assunzione di responsabilità di altra gente.
    Il farsi da parte non è rinunciare. Ma prendere consapevolezza di essersi impegnato, di aver fatto qualcosa, ma di lasciare spazio agli altri, eventualmente migliori. Con i rischi che ne conseguono. Prodi ha lasciato la politica, e il Pd adesso è ancora più in basso. Ma Prodi è stato capace di allontanarsi.Aveva capito che la gente voleva gente nuova.
    Lei ci crede alla storiella della seconda Repubblica?? Io sono molto scettico. Perchè i volti sono sempre quelli. E il potere e l’influenza maggiore la detengono sempre loro. E questo non mi piace.
    Credo molto nell’evoluzione, in campo sociale e in campo scientifico. Un’evoluzione che è, come in questo caso, sinonimo di rinnovamento.
    Dire che è “stato un FLOP grande” mi sembra abbastanza azzardata come idea.
    Saluti, kususe

  5. “richiesta di aiuto ai capi di Stato esteri”?!?!?! scusate, ma dato che è stato eletto in modo democratico perché non può anche essere battuto in modo democratico? Non è dittatura una minoranza di persone, vestite di viola, che ignora quello che ha deciso la maggioranza e cerca di imporre la propria volontà? Mi sembra che stiamo cadendo nel ridicolo e che sia stato fatto tutto per nulla.

  6. Caro Davide, più volte sul mio blog ho discusso di questo.
    Non è che sia molto democratico il modo in cui votiamo. Giusto per la cronaca si votava in maniera molto simile nel fascismo.
    Berlusconi è al potere non perchè lo voglio io, ma perchè il suo partito, i cui membri non ho scelto, lo hanno voluto là.
    Ha ben poco di democratico questo.
    Se definisci poi dittatura l’azione del popolo viola, il quale esercita un sacrosanto diritto sancito dal primo articolo della nostra Costituzione, mi sa che sei il primo a rappresentare il ridicolo. Senza offesa.

  7. Beh, considerando che mentre votavo nessuno mi ha obbligato a mettere una croce in un preciso simbolo direi che per quanti giri di parole si facciano è praticamente impossibile far passare la cosa per dittatura (non per niente a questa obiezione si inizia sempre ad arrampicarsi sugli specchi blaterando di dittature particolari o fuori dalla norma che non sembrano ma lo sono). Ti riporto inoltre l’articolo della costituzione a cui ti riferisci: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Ho sempre pensato che il popolo esercitasse la propria sovranità con il voto, non con lettere a capi di stato stranieri, ma forse ho sempre interpretato male. Ma la cosa che mi lascia più perplesso è che dare del ridicolo a chi esprime un’opinione (nel mio caso che se iniziamo a esagerare diventeremo ridicoli) contraria a quella in voga al momento, sembra un comportamento che si addice più a berlusconi che a un suo contestatore. Forse è vero il detto che a forza di odiare si diventa tali e quali all’oggetto del proprio odio?!?! Penso sia un interessante spunto di riflessione 🙂

  8. Pingback: Oltre lo specchio e la lavagna. « ilNichilista

  9. Mi scuso per il “ridicolo”, ma ripeto, è stato detto davvero senza offesa.
    La sovranità appartiene al popolo è vero. Ma questa sovranità non è esclusivamente il voto. C’è altro. La libertà di espressione e di pensiero sono due dimostrazioni lampanti di questa sovranità.
    Sarei ben attento inoltre a definire “opinione in vogla al momento” quella del popolo viola. Se fosse una moda, probabilmente srebbe già passata. Invece c’è sempre qualcuno come me che ci crede fermamente. E le assicuro che siamo anche in tanti.
    Penso anche io che il suo sia un ottimo spunto di riflessione, ma divagheremmo troppo.
    Inoltre ci tengo a precisare che non ho detto nè penso che siamo in dittatura. Semplicemente mi accorgo che votiamo in maniera eguale a come si votava durante il fascismo. E questo è solo un dato di fatto.

  10. Sono d’accordo…un modello organizzativo orizzontale non è l’ideale…sarebbe bello se il popolo viola diventasse 1 giorno 1 partito, xk serve più ke mai 1 alternativa x questa povera Italia.
    non possiamo permettare ke il popolo viola si perdi così..

  11. Il popolo viola, come chi forse ha letto “Il fatto” odierno, c’è. Ieri alla manifestazione contro Craxi a piazza Navona c’era. Non in numero pari, ma c’era. Segno che esiste ancora.

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