Ti odio su Facebook, due anni dopo.

Fonte: Repubblica.it.

Quando nel 2010 ho pubblicato ‘Ti odio su Facebook’ ero convinto che il libro sarebbe diventato presto obsoleto. I gruppi inneggianti al Duce o alle Br, le miriadi di manifestazioni di violenza e intolleranza di personaggi anche pubblici a livello locale: pensavo che tutto questo, raccontato nelle sue pagine, sarebbe scomparso da bacheche e giornali, sopraffatto dalla graduale presa di consapevolezza da parte degli utenti della pubblicità del mezzo, da un lato, e delle dinamiche del trolling, dall’altro.

Impossibile stabilire un confronto quantitativo, naturalmente, che permetta di tirare delle conclusioni statisticamente fondate sulla diffusione dell’odio sul social network di Mark Zuckerberg. Eppure le cronache di questi giorni sembrano indicare che mi sbagliavo. Con 20 milioni di italiani iscritti, e un fenomeno che  a livello planetario riguarda ormai 800 milioni di individui, ci sono ancora docenti che su Facebook non fanno mistero delle proprie posizioni antisemite, consiglieri che sostengono che contro gli immigrati «servono i forni» e assessori che dichiarano candidamente che a loro avviso l’omosessualità è una «turba psichica».

Posizioni in certi casi degni del ‘miglior’ trolling: manca solo il tiro al bersaglio contro i bambini down. Con la differenza che, in tutti questi casi, non c’è nemmeno l’intento (per quanto maldestro, azzardato o sopra le righe) di far ridere, farsi notare o denunciare ipocrisie: è pura e semplice idiozia messa in bella mostra, senza alcuna remora, davanti a milioni di concittadini.

Due anni fa ho scritto quel libro per raccontare come molti giornalisti avessero travisato alcune dinamiche dell’odio in rete, finendo mani e piedi nelle trappole di buontemponi e provocatori – con la conseguenza, per fortuna finora sventata, di legittimare strette repressive della libera espressione sul web. Oggi mi viene da pensare che, mentre la gran parte dei professionisti dell’informazione ha colmato in breve tempo la lacuna, altrettanto non si possa dire di alcuni personaggi pubblici.

O forse hanno capito, ma se ne infischiano. Il che sarebbe anche più grave.

9 pensieri su “Ti odio su Facebook, due anni dopo.

  1. Forse Facebook sta diventando un fenomeno di massa troppo poco condiviso dalle persone che ancora hanno rispetto per gli altri e sempre troppo condiviso da coloro che se ne infischiano e continuano a mietere pazzie. Spero solo virtuali.

  2. È molto strano, nella rete, di cui facebook vi fà parte, come l’esporsi di un razzista,accompagna condannato a priori, ad un’altra forma di razzismo, definiamolo pure digitale, cioè il combattere la pirateria con gli stessi mezzi, mi riferisco alla SOPA in discussione negli States, cui si dovrebbe combattere questi pensatori idealisti che a quanto pare seminano e raccolgono molto di più di quanto si condannino.

    Probabilmente, in qualche modo, questi pensatori-guru, portano profitto molto più immediato e generoso, rispetto alla loro soppressione.

  3. New post on ilNichilista

    Siri vs Siria.
    by Fabio Chiusi
    New post on ilNichilista

    Siri vs Siria.
    by Fabio Chiusi

    ??????

    Perché l’hai cancellato @Fabio? Sono interessata a conoscere “il perché”dell’auto censura visto che oltre un anno fa m’è successa la stessa cosa con un Video Y.T.

    • Scusami è che mi è venuto il dubbio sia solo uno spot – del resto la notizia sarebbe clamorosa – e quindi ho pensato fosse meglio cercare prima conferme ufficiali da RWB. Ci sto lavorando, appena ho delle certezze lo ripubblico. Grazie.

      • Grazie della celere risposta Sai @Fabio Chiusi,volevo riloggarla sul Plus ,G+ e prima di fare cavolate,volevo essere sicura che l’auto bannatura non fosse stata “forzata” (come successe a me) ma solo decisa da te
        .La tu riposta m’ha chiarito le idee,grazie 😉

      • Cioè sarebbe evidentemente una parodia se non fosse che Siri ha già dato problemi simili in passato con le cliniche per l’aborto etc.

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