A non riderne e scherzarne.

Ha ragione Luca Sofri: «Ridendo e scherzando, oggi il primo partito italiano ha un segretario di 40 anni». Ed è meglio riderne e scherzarne, che prendere la cosa sul serio. Perché a prenderla sul serio bisognerebbe obiettare quanto quella ‘elezione’, ma sarebbe più corretto chiamarla ‘investitura’, rifletta alcuni vizi storici del nostro Paese. E, in particolare, di quel «primo partito italiano» (ma lo è ancora?) che per tanto tempo l’ha rappresentato.

Un partito dove lo statuto viene modificato per alzata di mano, a giochi fatti, come le regole fossero una formalità. Dove chi dissente fa notizia. Dove un quarantenne con incarichi di responsabilità è considerato, in qualche modo, un giovane. Dove al suo discorso di insediamento il ‘giovane’, invece di gettare lo sguardo alle prospettive di medio-lungo termine, agli ideali e, perché no, ai sogni, rilancia nuovamente il vecchio capo che, in nome di una meritocrazia che rima con obbedienza, l’aveva investito. E proprio per rilegittimarsi.

A prenderla sul serio, insomma, questa ‘elezione’ certifica ancora una volta il male gattopardesco che avvolge il Paese: mutare per lasciare immutato. Ed è questo il tragico: a non volerne ridere e scherzare, si comprende che perfino il fatto che il primo partito italiano abbia un segretario di 40 anni significa che, in fondo, non è accaduto un bel niente.

3 pensieri su “A non riderne e scherzarne.

  1. in Italia l’unica possibilità di un giovane di arrivare a un posto di potere è quella per cui il suddetto giovane pensi e agisca come il vecchio che l’ha cooptato

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