Caro Bersani, ecco perché chiedo le dimissioni tue e della dirigenza del PD.

Caro Pierluigi Bersani,

quando sei diventato segretario del Partito Democratico dicesti: “il più grande antiberlusconiano è quello che lo manda a casa“. In nome di quell’ideale, ti dichiarasti pronto a “riaprire il cantiere dell’Ulivo”, a “un progetto di alleanza di governo” che guardasse a tutto l’arco del centrosinistra, dall’UDC a Di Pietro. E anche su queste basi vincesti le primarie.

Sembra una vita fa, ma era solo il 16 ottobre 2009. Cosa è successo in questi cinque mesi? Sostanzialmente, nulla. Il Partito Democratico è un progetto in cerca di una identità come allora. Il tema delle alleanze tiene ancora banco – da una parte chi ti vorrebbe pronto al dialogo per le riforme, e dunque vicino all’UDC; dall’altra chi rigetta con violenza questa strategia “inciucista”, e ti vedrebbe vincente in compagnia dell’Italia dei Valori, della sinistra radicale e, perché no, del Popolo Viola. Alle elezioni, nonostante tu percepisca una “inversione di tendenza”, si continua a perdere. E Berlusconi, nonostante sia stato dato per morto (politicamente) altre decine di volte, è sempre lì, con le sue promesse da guaritore (“vincerò il cancro entro tre anni”) e i suoi giuramenti solenni. 

Certo, qualcosa è diverso. All’appello mancano Binetti, Carra, Rutelli e diversi altri – anche se questo non ha contribuito a fare chiarezza sul tema dei diritti civili. Il numero dei disoccupati è continuato a salire, colpendo con maggiore crudeltà proprio le fasce che tradizionalmente bussavano alla tua porta, per sperare in una protezione – ma di lavoro non si è sentito parlare. E così, mentre a ottobre 2009 il centrosinistra governava in Calabria, Campania, Piemonte e Lazio, ora il compito spetta al PDL e alla Lega. E questo nonostante gli scandali abbiano continuato ad abbattersi sul presidente del Consiglio, sulla Protezione Civile, sul PDL di Milano. E poi le intercettazioni, il caos liste nel Lazio – niente è bastato per far cambiare idea agli elettori del centrodestra. Che, semmai, hanno mutato bandiera all’interno dello schieramento. E hanno votato in massa (quelli che si sono presentati alle urne, sia chiaro) per la Lega Nord.

A fronte di tutto questo, caro Pier Luigi, ti faccio una domanda: quale futuro vedi per il tuo partito? Come pensi di poter tenere insieme le scorribande di Di Pietro con la “politica dei due forni” di Casini? Come pensi di amalgamare le correnti e ricavarne una “sintesi” (una parola che piaceva tanto a voi del PD durante le primarie) allo stesso tempo capace di decisioni e facilmente riconoscibile dall’elettorato? Come intendi smettere di inseguire Berlusconi e i suoi teoremi, e iniziare finalmente a dettare l’agenda politica al Paese (lo so, sembra assurdo il solo dirlo, ma sarebbe normale se fosse l’opposizione a stuzzicare il governo sulle sue carenze, e non viceversa)? 

Vedi, caro Pier Luigi, sarà perché non faccio politica, ma io non vedo una risposta a queste domande. Non data l’attuale situazione del Partito Democratico. La cui dirigenza è troppo impegnata a capirsi per farsi capire. Troppo impegnata a distinguersi (io sono cattolico, io sono riformista, io sono “semplicemente democratico”) per fare breccia nell’elettorato. Troppo innamorata della sua dialettica per parlare la lingua della gente. Troppo abituata a vedere in Berlusconi il riferimento naturale di ogni discorso per raccogliere l’istanza di cambiamento che viene dai settori moderati del Paese che in lui non si riconoscono.

E’ per questo, e non per una antipatia personale, che ti chiedo di rassegnare le tue dimissioni, e di chiedere alla dirigenza del partito di fare altrettanto. Consideralo un ultimo, accorato gesto d’amore di chi è disposto a sacrificare se stesso nel nome di ciò in cui crede. E che, se le cose restano come stanno, non avrà modo di vedere realizzato.

Se davvero hai a cuore il tuo partito, chiedi un rinnovamento radicale della sua classe dirigente. Affidalo nelle mani di giovani bravi e collaudati – so che hai la fortuna di poterne disporre. Fidati di loro. Pensa se a queste elezioni il PD avesse presentato solo facce nuove, tra i candidati. Pensa alla fatica di Berlusconi a trovare per loro riferimenti storici e politici (“sono ex-comunisti”), a spacciarsi per quello che parla la lingua della gente (a 73 anni avrebbe potuto essere loro nonno), a capire le modalità comunicative con cui questi giovani avrebbero potuto batterlo (internet, i social media ma anche l’azione volontaristica dei coetanei, l’entusiasmo di chi si getta per la prima volta in una avventura più grande di sé). 

Perché nessuno ci ha pensato? Davvero la politica è una professione complicata al punto da non essere accessibile a chi abbia meno di cinquant’anni o a chi non vanti una consolidata militanza all’interno di una corrente del partito? E’ inutile parlare di reponsabilizzazione delle nuove generazioni se poi a ricoprire gli incarichi decisivi sono sempre politici coi capelli bianchi. Inutile promettere il rinnovamento se, gira e rigira, i nomi sono sempre gli stessi. Inutile parlare di un futuro che non vivrete come ceto produttivo, come lavoratori, come giovani madri e padri di famiglia.

Per questo chiedo le tue dimissioni e quelle dell’intera dirigenza del partito, Pier Luigi. Perché questo Paese ha un estremo e immediato bisogno di una forza di opposizione credibile – e in questo momento il Partito Democratico non lo è. Che gioverebbe non soltanto all’opposizione, ma anche a quei moderati del centrodestra che in Berlusconi, nella sua arroganza, nella sua gestione autoritaria del partito e delle cosa pubblica non si riconoscono. 

Sarebbe un gesto nobile, anche se l’ultimo. Un segnale che per qualcuno nella classe dirigente di questo Paese la politica è ancora un ideale per cui sacrificare qualcosa di sé, dei propri privilegi e delle proprie comodità. E un modo per riguadagnare forse la fiducia di quel quaranta per cento dell’elettorato che ha preferito disertare le urne a causa della rassegnazione. Forse il più grande antiberlusconiano è quello che si manda a casa. Pensaci.

Con stima,

Fabio Chiusi

31 pensieri su “Caro Bersani, ecco perché chiedo le dimissioni tue e della dirigenza del PD.

  1. Farlo una buona volta il Pd’O

    Sarebbe credibile un partito dell’Odio o , forse, anche un partito della Vendetta, se dall’altra parte c’è l’Amore, che sia dunque Odio, ostilità, animosità, astio, disprezzo, antipatia, invidia, da cui ripartire, con rivalità, rancore, livore, risentimento, astio, rabbia, e provare ad agire, con le azioni dell’Odio: detestare, prendere di mira qualcuno, ma prenderlo di mira una buona volta, inimicarsi, alienarsi Lui, covare, fomentare odio; o con le azioni dell’Invidia: prima invidiare, nutrire invidia, scoppiare, rodersi dall’invidia financo mangiarsi la bile, masticare amaro, diventare persino verde per l’invidia, e poi suscitare, eccitare l’invidia altrui, oppure operare con una struttura proairetica improntata sull’ira:urtare, far venire i nervi, dare ai nervi, infastidire, provocare, esasperare, esacerbare,uscire di sentimento, farsi saltare la mosca al naso, montare in collera, vedere ROSSO, finalmente, e attuare la nemesi, il riscatto, la rivincita, occhio per occhio, rendere pan per focaccia, misura per misura, farlo una buona volta il partito dell’Odio?

    • Direi di si….basta col volemosebbene quando dall’ altra parte ti tirano pietre e macigni. E’ una strategia che da 15 anni è fallita. Per quanto la sinistra cerchi di essere responsabile e moderi i toni sempre di più, la destra continuerà ad attaccarla di estremismo e a pretendere che si moderi ancora di più, questo è i gioco….e a furia di questa moderazione progressiva e infinita, si sta semplicemente annullando, scomparendo, liofilizzando. Diamoci una svegliata.

  2. Come non essere d’accordo con queste richieste più che legittime… Ma possibile che nessuno si renda conto che vedere politici che escono dalla porta e rientrano dalla finestra NON aiuta a vincere? La gente vuole una politica onesta e più vicina alla gente non filosofi che parlano bene ma quando si tratta di essere concreti, latitano più dei criminali…
    Di Pietro avanza nelle percentuali perché, seppur sgrammaticamente, parla la lingua della gente e dice e fa cose che la gente vorrebbe… idem i Grillini che, nella loro criticabilità, hanno una filosofia e un programma elettorale CHIARO, ovvio che la gente cerchi un’alternativa al soliti noti!

  3. Gente nuova! Anche che non sono convinto che basterebbero facce nuove per far perdere credibilità a Berlusconi. La sua credibilità, Berlusconi, la trae dall’ occupazione massiva delle televisioni, di cui è in gran parte proprietario. La TV è un mezzo potentissimo di comunicazione e di raccolta di consensi, che rende ancor più vero il motto di Goebbels per cui “Una bugia detta mille volte diventa una verità”. Ecco, contro questo, mi dispiace, ma non ci sono facce nuove che tengano. E fin che non risolviamo questo nodo, in Italia, staremo sempre a ripetere le stesse cose, ad arrotolarci e ad arrovellarci chiedendoci come mai abbiamo perso, cambiando 3 leaders all’ anno, e chiedendoci sgomenti come mai, anche l’ ultimo di essi non è riuscito ad essere più convincente di Berlusconi di fronte agli elettori.

  4. Parole sante.
    IL PD continua a perdere perchè è interessato unicamente ai propri interessi di partito e non a fare la vera opposizione sana. Tolgono spazio ai tanti giovani maturi e responsabili solo per favorire i soliti politici corrotti (io li paragono a Berlusconi perchè sono la stessa feccia) come ad esempio D’Alema, Marini, Gentiloni..
    Le loro uniche preoccupazioni sono le alleanze con l’UDC, partito corrotto e moralista, e mantenere le proprie poltrone, palese è il caso di Loiero in Calabria, regione che avrebbe potuto almeno pareggiare se si fossero schierati accanto a Callipo.
    Si vede che ci tengono a fare per sempre l’opposizione e avere Berlusconi al potere che distrugge le fondamenta dell’Italia per creare la nuova Padania degli amici leghisti.
    Il PD non sa prendere decisioni forti per paura di vedersi logorare, è un partito privo di identità e fatto solo di tanti personaggi legati unicamente dalla nomenclatura. Non sa neppure mettersi al passo con il progressismo europeo, ma contribuisce a far rimanere l’Italia la pecora nera d’Europa.
    Per fortuna che ci sono persone come Ignazio Marino e la sua mozione, altrimenti avrei già votato Sinistra e Libertà o l’IDV.

  5. Lasciare in disparte tutti i vecchi “subdoli” rappresentanti. Chiedere poche leggi di forte impatto ed esigere l’approvazione in tempi brevi. Pubblicizzarle anche su internet per raggiungere i giovani che ancora usano il cervello, per gli altri non c’è speranza. Nessun inciucio per risolvere la crisi. Si arrangino! A Prodi in due anni non hanno fatto sconti. Poche frasi ad effetto ripetute come slogan. Solo così si avvicina il potere. Dovete usare le loro stesse armi.

  6. Caro Fabio, non funziona così.
    Comincia a entrare in una sezione, prova a farti eleggere segretario, a forza di volantini e banchetti. Quindi prova a candidarti in una lista comunale, a farti eleggere, stringendo la mano a centinaia di persone, di cui magari non ti importa nulla. Poi a partecipare a riunioni lunghissime e fumose, dove nessuno decide nulla e dove conta solo creare contatti e alleanze. Quindi magari diventi consigliere comunale, poi, chi lo sa, deputato e infine entri nell’Assemblea nazionale del Pd. A quel punto, forse, sari legittimato a fare lezioni a Bersani e chiedere le sue dimissioni. Perché Bersani tutte queste cose le ha fatte, e non si è limitato a scrivere in un blog, come me e te.
    Quindi, con affetto, lascia stare gli anatemi, e lascia lavorare chi la politica la fa davvero, ci mette la faccia, e si prende la responsabilità delle sconfitte (o delle mezze vittorie).
    Quanto al merito, Bersani ha preso la segreteria da cinque mesi. Possiamo almeno dargli due-tre anni di tempo? E’ logico, o no? Ma pensi davvero che le soluzioni ai problemi politici siano così semplice. Che tutto è così chiaro ed evidente, e solo Bersani non ci arriva? Ricordi il detto: “E’ sorprendente che tutte le persone chehanno la ricetta per risolvere i problemi del mondo, siano ridotti a fare i tassisti o i barbieri”. Non ti accorgi che sei entrato in questo gruppo?
    Infine, basta con la retorica dei giovani. Serve gente brava, in gamba, sperimentata che conosca quello di cui parla. Che sia giovane o no, a me non importa. La retorica dei giovani era armamentario fascista,e oggi leghista. A Venezia ha vinto un avvocato di 60 anni amico di tutti i potenti locali, immagino già cosa avresti detto se avesse perso… A Lecco ha vinto un vecchio dirigente Dc, e anche qui immagino già…Vendola, il nuovo mito dei blogger, è tanto giovane che era mio dirigente in Fgci 25 anni fa(!!!).
    Insomma, fare politica è molto più complicato che scrivere in un blog. Quando la farai davvero, e da quel pulpito chiederai le dimissioni di chicchessia, avrai tutto il mio rispetto. Dietro uno schermo, io preferirei che tu ti limitassi a commentare, con altrettanto rispetto, le fatiche di chi la politica la fa davvero. Bersani, Franceschini, e gli altri militanti, fino all’ultimo, che sono usciti di casa a tentare di conquistare dei voti. Critiche sono giustificate, irrisioni, sprezzi, anatemi e semplificazioni cos’ banali come le tue, non mi paiono all’altezza della situazione.

    • Scusami. Balle. Quando nel 2005 i furbetti del quartierino facevano comunella con Consorte, che a sua volta faceva Comunella con D’Alema e fassino, dov’eri? Al mare? E quando fu depredata la Telecom Italia dalla banda di cui faceva parte Consorte-Unipol dov’eri, al mare? E quando furono ammazzati i genitori della Forleo dov’eri? Al mare? E quando la Forleo ha subito attentati ripetuti dov’eri? Al mare. Ma mi faccia il piacere. Dig. Fabio. Si informi su D’Alema e i suoi, i padroni di Bersani.

    • Non mi parevano provocazioni ingenue, ma un’ analisi piuttosto azzeccata. Sarò ingenuo anche io, forse, ma sono quasi totalmente d’ accordo con quanto scritto da Fabio Chiusi.
      Credo sia una fatto, che almeno per quanto riguarda la comunicazione uno sforzo in più avrebbe potuto farlo Bersani, e il PD. A furia di abbassare i toni, mentre dall’ altra parte li tengono sempre altissimi, la voce scompare.

  7. la lega , lo dimostra il verdetto di Venezia e Lecco,altro non fa che sottrarre voti alla sinistra , moderata, ex ulivo, dimostrandosi il vero partito di protesta:poi , sia chiaro, le alleanze le faranno col cavaliere, ma a quale prezzo?i voti la sinistra li ha persi 8 anni orsono con la difesa ad oltranza dell’immigrazione e la tutela indiscriminata, sia in campo sociale che legislativo, delle cosiddette minoranze:in uno stato di diritto, e in periodi di crisi prolungata,le classi meno abbienti vanno tutelate anche sotto il profilo della sicurezza,personale e familiare:logico che il lavoratore dipendente che si vede scippare il posto di lavoro da immigrati che accettano di lavorare a condizioni economiche diverse, per difetto, per le quali sono stati necessari anni di battaglie sindacali per un giusto riconoscimento, a chi si deve rivolgere per essere tutelato?Vi invito a consultare un manuale di economia politica, sotto la voce ” utilita’ marginale”per comprendere il reale significato della situazione attuale.Fermiamo la delocalizzazione delle imprese italiane all’estero, dove il costo del lavoro e’ inferiore(ma anche il costo della vita e il potere d’acquisto)tassando le stesse con imposte nel caso di importazione in Italia di prodotti fabbricati all’estero(importazione fittizia)e con altri provvedimenti disincentivanti, in barba alla globalizzazione.

  8. Caro chessmate,

    Capisco il tuo punto di vista e mi scuso per l’estrema immodestia che mi ha spinto a stendere questa provocazione. Per fortuna che non sono i blogger a fare politica! Tuttavia se ho trovato il coraggio di un post così avventuroso, ingenuo e supponente è perché ero e sono convinto che a volte anche alla politica, quella vera, sia utile ascoltare la voce di chi ogni giorno prova a capire, pur se con altri mezzi, la realtà che ci circonda. E a provare la frustrazione e lo scoramento di cui parlo siamo davvero in tanti. Le dimissioni non sono la risposta? Può darsi. Però mi sentivo lo stesso di comunicare la necessità di una scossa. E non – come ha fatto Bersani – di trovare un incredibile modo di gioire i risultati di queste elezioni. Nemmeno io sono ingenuo come mi dipingo, e come me dipingi. E non voglio in nessun modo sminuire il lavoro di quelle tante persone oneste che decidono di dedicare il loro tempo alla politica, quella vera. Tuttavia laffuori c’è anche un mondo di ingenui, che la politica non la capisce più, perché la politica non capisce lui. Anche con questa realtà la politica dovrebbe misurarsi. E su questo non c’è retorica che tenga. Grazie per il bellissimo commento, ad ogni modo.

  9. Caro Fabio,
    Naturalmente ero sicuro che la tua fosse una provocazione, e dalla tua lettera si capive che non sei uno dei mille internauti che urlano “al fuoco”, per lavarsi la coscienza.
    Però io, che amo stare su Internet per recuperare, almeno in parte, una lontana militanza politica, vedo troppo semplicismo, troppa intransigenza, troppa autoreferenzialità. La politica non è semplice, è sangue e merda, come disse qualcuno. La conciliazione tra concretezza e idealità è la più difficile da realizzare, si tratta sempre di stare su un filo sottile. I dirigenti del Pd ci provano, spesso non ci riescono. Spesso sono inadeguati. Di certo nessuno ha la personalità del grande leader. Eppure, faticosamente, tengono accesa la fiammella della sinistra riformista, che a mio giudizio è l’unica speranza del Paese.
    Quelle stanze chiuse della politica, quei caminetti fumosi, quelle piccole meschinità a suo tempo hanno allontanato anche me. Forse avrei più motivo io di scrivere quello che hai scritto tu. Ma non me la sento. Perché nonostante tutto, se c’è ancora in campo l’ideale in cui ho fiducia, in buona parte è merito loro, di quei “politicanti” che tu hai criticato, e non certo mio, che mi sono rinchiuso nel privato.

  10. Pingback: thelonious — Telegrafico

  11. Personalmente non sono richiuso per niente nel privato. Sono attivo militante del Popolo Viola e conto da anni i danni che ci ha fatto D’Alema e la sua banda. Il Fallimento di Olivetti, riversato sulla depredazione di telecom Italia, e uno. La coltellata alle spalle a Prodi. E due. Il blocco al progetto Alitalia-Klm. E tre. La vergognosa scalata a Bnl da parte dei suoi soliti sodali. E quattro. Il suo approggio a Bassolino. E cinque. La sua ridicola sconfitta in Puglia. E sei. L”approvazione illegale della quotazione in Borsa di Mediaset, e sette. Senza parlare della Forleo. Quando lo cacciamo questo losco figuro, e il suo servo Bersani?

  12. E la bicamerale con annesso patto salva Mediaset, il cambiamento della costituzione a colpi di maggioranza? Ce ne sarebbe abbastanza per mandare chiunque a fare lo skipper sulla sua barca a vela per molto, mooolto tempo, ed invece ora il baffino di latta dirige il Copasir, ma guarda, proprio i servizi segreti…

    In verità il mio primo istinto è stato di saltare al collo del signor chessmate e cercare la giugulare, cosa anche troppo facile visto la pochezza degli argomenti, riassumibile nell'”e lassatece lavoraà..” usato dal personaggio di Fassari nei “Ragazzi della terza C”. Ma alla fine penso che abbia ragione non in quello che dice, ma per quello che alcuni suoi passaggi dicono: che se la politica in Italia è quella degli accordi di consorteria, dei favori da ricambiare, dei ricatti contrapposti, e premia chi la fa più sporca, e se ha alla fine decretato il successo di quello che dobbiamo considerare il vero genio politico italiano, Licio gelli, e del suo Piano di Rinascita democratica (ricorda nessuno? due finti partiti contrapposti…) è perché l’italiano vuole questo, e non altro. Vuole stabilità, tranquillità, e la sua dose quotidiana di favole a basso prezzo. Della libertà non sa che farsene, costa troppo e non gli serve, troppa responsabilità, troppe domande e niente risposte preconfezionate, chi glielo fa fare? Per cui avanti così che fin che la barca va…

    Michele Gardini

  13. Wow, non ci credo che c’è veramente gente che pensa che la sinistra ha perso perché non è stata “sufficientemente cattiva”. Io speravo che questa ennesima batosta aprisse gli occhi sia alla gente (è inutile continuare a offendere la metà degli italiani, non ce ne sarà uno che voterà il Pd perché gli si dice che se no è uno xenofobo, mafioso e ignorante) che ai politici (nessuno pensa che i moderati si smarronano se vedono campagne elettorali troppo “violente” e non vanno a votare? Pure di Pietro a porta a porta ha ammesso la sconfitta in modo sportivo senza lasciarsi andare alla solita trafila del mafioso, piduista e bla bla bla, che significhi qualcosa?). Noto con piacere che non manca nemmeno il solito cliché disfattista che va tanto di moda: abbiamo quello che ci meritiamo, l’italiano non vuole pensare, e non ci sono più nemmeno le mezze stagioni. Che analisi geniale! La cosa più incredibile di tutta questa storia è che non ho sentito nessuno fare considerazioni di carattere strategico del tipo: “ma non è che in una delle regioni più religiose è stato idiota presentare la candidatura della bonino?” o ancora “se quella volta che è saltato fuori il caos liste ci sedevamo a negoziare invece che iniziare una battaglia mediatica con il controllore di 6 su 7 reti televisive forse non avremmo evitato un sacco di figuracce tipo i nostri alleati che chiedono al popolo di scendere in piazza con i forconi su tutte le tv degli italiani?” e infine metto la mia preferita su tutte “ma nessuno si è accorto che stiamo adulando Vendola come un vincitore e molti di noi lo vorrebbero alla guida del partito quando la sua vittoria è dipesa dalla fortuna che UDC e PDL non abbiano trovato un punto di accordo comune? La prossima volta se si alleano che facciamo? Gli tiriamo le parolacce? O forse delle statuine del duomo?”. Sembra che in questo paese la razionalità sia andata a farsi friggere, e non solo nelle persone che votano il Berlusca. In ultimo, certo valutare un segretario di un partito come il PD su solo 5 mesi di lavoro è forse un po’ pochino; peccato che Bersani ne ha forniti di dati negativi per farsi valutare come se fosse stato in carica per 12 mesi consecutivi, vogliamo ricordare la figuraccia di San Remo tanto per dirne una? E ci metto pure il figurone della festa dell’unità di Alessandria, che a me personalmente è rimasto impresso in modo indelebile (http://www.peacelink.it/disarmo/a/30108.html).

    • @Davide Tommasin: personalmente non critico l’operato di Bersani ma la linea strategica di tutto il PD. Da quando è nato (secondo me era un aborto già in partenza) non ha fatto altro che collezionare figuracce ed elezioni perse.
      Sai bene che la Bresso non è più ben vista? cambiala! Sai che Loiero ha gravi sospetti di collusione mafiosa? Cambialo! Sai che Vendola, pur non essendo parte dei tuoi leccapiedi preferiti, è comunque ben visto? Perché cambiarlo! Sai che Bassolino è stato un disastro e De Luca è mal visto e anche lui pronto per i tribunali… eppure lo candidi!
      Qui si sta sbagliando su tutta la linea… si moderano i termini quando ci sarebbe bisogno di essere decisi e si alzano i toni quando se ne potrebbe proprio fare a meno… e non a caso hanno preso tanti voti Lega e IDV: sono quelli che si son fatti sentire di più e che hanno mostrato di avere il pugno di ferro (quantomeno a parole). E poi c’è il Comitato 5 stelle che nel suo piccolo ha fatto un ottimo exploit proponendo idee concrete, un programma di governo chiaro e una vicinanza ai cittadini che nessun altro ha… e sono d’accordo con Grillo: non è il C5S ad aver fatto perdere la Bresso… ma viceversa!
      Se vuoi attaccarti ai 5 mesi di mandato di Bersani fai pure ma sii consapevole che in un pollaio ci dovrebbe essere un solo gallo! Nel PD, invece, di galli ce ne sono troppi e sarebbe ora di dare una bella ripulita…
      Ciao

      • Certo Jeko. La Bresso malvista…
        Poteva stare zitta e buona invece di sfidare Storace e Vaticano avviando la sperimentazione della RU486, poteva farsi i fatti suoi invece di aprire le porte delle strutture piemontesi alla famiglia Englaro, poteva firmare la resa condizionata a Trenitalia come hanno fatto le altre regioni anzichè avviare un bando europeo e beccarsi uno sciopero generale dei ferrovieri la settimana prima delle elezioni (anche quelli della CISL che “non fanno mai scioperi in periodo elettorale”).
        Allora dico comunque: grazie Bresso.

  14. Ovviamente di cose buone ne ha fatte sennò non avrebbe preso il 47% dei voti… ma sta di fatto che ha perso. E se la gente preferisce la Lega al PD, credo si sia spiegato quello che intendevo per “la Bresso non è più ben vista”… E personalmente la reputo una spocchiosa arrogante… tanto più che è stata l’unica a volere il riconteggio… Perfino Di Pietro ha ammesso subito la sconfitta dell’opposizione…

  15. Caro Fabio,
    non sono d’accordo.
    Ho troppa considerazione nel tuo impegno intellettuale per non considerare che questa tua lettera sia qualcosa più di una provocazione. Credo infatti che non siano i risultati elettorali a penalizzare il partito guidato da Bersani, ma la miopia che ormai ha anche il terzo segretario nel non capire che la politica in questo frangente storico ha bisogno di scelte forti, radicali e di lungo periodo.
    Vince ora chi sa essere vicino alla gente e la ascolta, parlando la loro lingua ed enfatizzando frustrazioni e situazioni che non ci sono. Vince chi sa dare un’alternativa credibile e diversa da certi schemi e modelli validi quando la politica era frutto di un pensiero ideologico.

    Consideriamo questa riflessione per leggere il voto anche laddove questo era scontato al partito del Premier. Nelle amministrazioni del nord, dove il partito più vecchio del parlamento italiano era maggiormente operativo nel territorio e ha “vissuto” quello che la popolazione voleva, non è riuscito a spostare sui propri alleati il voto. Una motivazione ci sarà, non trovi?
    Per raggiungere punte del 70% di preferenze in alcuni territori del nord Italia, ci sono voluti anni. Oltre 20. In quei territori hanno vinto esponenti che 25 anni fa non facevano politica. Hanno vinto la Presidenza delle Giunte regionali dei giovani quarantenni (giovani riferito allo standard politico italiano).
    Questi fenomeni devono essere letti con attenzione anche analizzando la legge elettorale. L’ultima tornata è molto diversa da quella del 2008. Quest’ultima volta non serviva la contrapposizione politica favorita anche dalla “nomina” della lista da parte delle Segreterie politiche nazionali. Non raggiungevi le preferenze se non stai sul territorio a raccogliere il voto uno alla volta.
    Se leggiamo questo ultimo risultato elettorale, non deve consolare chi ha perso maggiormente, seppure al governo nazionale. Ma deve essere un segnale chiaro anche della fine di un periodo storico dove l’attuale Premier si porta stampata la data di scadenza: 2013.
    Pertanto, ritorno sull’invito alle dimissioni di Bersani, chiedendo come si possa pensare di costruire un sistema politico alternativo se ad ogni elezione si chiedono le dimissioni? Il lavoro da fare sia almeno traguardato a 5 anni: ricordo che il primo congresso del PD è di un anno fa.
    Diversamente posso condividere il tuo forte messaggio di proporre giovani da buttare nell’arena. So quanto difficile sia superare la gerontocrazia della politica italiana ma, credo, abbiamo proprio nelle ultime amministrative avuto la prova che i giovani anche in Italia posso diventare leader. Un esempio forse. Non ancora un modello: ma c’è.
    Poi una riflessione che nasce anche da alcuni nostri recenti confronti. Potrà mai un partito vivere sempre e solo nella contrapposizione? Potrà mai farsi forte da uno scontro pseudo-culturale? Osserva il partito del Premier. Dove perde e vincono (alla grande) i suoi alleati, questi non si sono mai scagliati in uno scontro di appartenenza. Il risultato dipende dalla legge elettorale, ma dipende anche dal capire che l’elettorato non lo accetta più: valeva nel sistema maggioritario, non ora. La popolazione vuole e chiede di migliorare s-o-l-a-m-e-n-t-e la propria condizione di vita.
    Infatti la politica dove regala sogni propone leader vincenti. In ogni parte del mondo. Dove propone sfide anche difficili (come il federalismo), riesce a trascinare le masse. In fondo fare politica non vuol dire realizzare un governo che sia il “paradiso” in terra?
    Lo hai visto questo nel PD post 2008? E prima?
    Qualcosa c’è stato. Poco e per un tempo limitato. Poi hanno nuovamente predominato le logiche che un tempo caratterizzavano i cespugli della politica e che ora, nel cromatismo del populismo, cercano di surrogare alternative. In verità determinano solo danni maggiori, dimostrando ancora una volta – mi auguro per l’ultima volta visto che ormai è chiaro ai più – che la sola contrapposizione non consente di creare forze di governo.
    Un caro saluto

  16. Si strappino i lemmari dell’amore e dell’odio, le regioni e le ragioni sono amministrative, anche se l’amore della Lega è sacro!

    In http://metilparaben.blogspost.com avevo tirato giù un provvisorio lemmario analogico dell’amore e subito dopo uno speculare lemmario analogico dell’odio; qui, mi è sembrato opportuno prospettare, per quella che si intende come“opposizione”, una seppur provvisoria reazione ai paladini dell’amore, ossia del partito che ha in sé affiliati che in quanto persone dell’amore possono essere chiamati singolarmente:”corteggiatore”, “ammiratore”, “pretendente”,”spasimante”,”anima gemella”,”amato”, “innamorato”, “compagno”, “consorte”, “coniuge”, “oggetto amato”, ecc. Lui, il Cavaliere dell’Amore, appena ha vinto il Torneo delle Regioni, ha affermato che aveva vinto l’Amore, cioè il partito, la squadra, lo schieramento, dell’Amore che, seppur non sia questa la mia intenzione,avrebbe,nel lemmario analogico, anche l’amore…a pagamento, e, tra le persone, oltre che lo spasimante, l’amante, il ganzo, anche il “ruffiano”, il “mezzano”, il “paraninfo”,il “sensale”, e, nelle azioni, non solo il paradigma positivo del “mettersi insieme”, foss’anche “convivere”, ma anche il paradigma negativo delle azioni: “tradire”, “lasciarsi”, “piantarsi”, “mollarsi”, “scaricare qualcuno”, “rompere”, e, per il Popolo della Libertà, mi sembra azzeccato “riprendersi la propria libertà”.
    D’accordo, tutto questo non è romantico; ed è pure evidente che non si vincano elezioni amministrative andandosene in giro dicendo che si è il Partito dell’Amore, cioè gli affiliati che potenzialmente sarebbero soggetti a “prendersi una cotta”, “una scuffia”, “una sbandata”,“ubriacarsi d’amore”,”perdere la testa”, financo “affezionarsi a qualcuno”, “invaghirsi”, “infatuarsi” e, con questo assetto pulsionale, pretendere di amministrare ambiti territoriali della Repubblica dell’Amore; d’altronde, un uomo ragionevole e calabrese, è un esempio, potrebbe ritenere il pretendente la carica di governatore della Calabria[che sarebbe una regione,ente di amministrazione statale indiretta; non è il nome della regione che si presta a numerose storpiature scherzose in virtù di quell’affinità fonica:cfr. Burchiello(XV sec.) e Giuggiola] capace di “inzuccarsi”,”avere il cuore colmo di passione”, “idolatrare”, “morire per amore”, “avere il cuore infranto”? Come pure un uomo vendicativo, del presupposto partito dell’Odio, e calabrese(della regione, non dei “Sonetti” di Burchiello), uno che vorrebbe vendicare i torti subiti, potrebbe ritenere il pretendente la ricarica di governatore della Calabria un essere “ostile” e “sgradito”, “malaccetto”, “indesiderabile”, “antipatico”, “nemico” ed “antagonista”, capace di “guardare di traverso”, potrebbe mai Agazio Loiero”schizzare bile”, “voler male”, “covare” e “fomentare odio” o, semplicemente, potrebbe mai essere considerato un “antagonista”?
    Suvvia, le analisi s’erano già fatte prima, anche il popolo lo sa come vanno le cose,ma , a volersi consolare con un tono politicamente più corretto,andiamoci a riguardare lo studio di Piero Ignazi e Spencer Wellhoffer, “Dove vince la Lega”, su “L’espresso”n.13, in edicola il venerdì prima delle Palme e delle elezioni: siamo nel 2010 ma ancora e più di prima dove “più lento è l’aumento dei matrimoni civili più alto è il voto leghista”, l’amore, non c’è che dire,è sacro!

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