Sempre che una risata non lo seppellisca.

Il fuorionda di Fini riportato oggi da Repubblica scatena, per l’ennesima volta, le reazioni stizzite di Berlusconi. 

Luca Sofri, tuttavia, commenta:

le cose che ha detto Fini un mese fa e rilanciate ora da tutti i siti di news non sono notizie. Fini le ha già dette pubblicamente in diverse occasioni nelle ultime settimane.

Ma è così? Ecco una cronologia degli smarcamenti e dei conflitti che hanno visto protagonista il Presidente della Camera e il Cavaliere dall’inizio del governo Berlusconi IV. Tutte le citazioni sono prese dall’archivio del Corriere della Sera.

  • Finanziaria, alt di Fini al governo: «Deprecabile se mette la fiducia» (6 novembre 2008)
  • Fini: «Nel PDL rischi di cesarismo. Serve una forte democrazia interna» […] «Lo dico da presidenzialista convinto, la differenza che c’è tra cesarismo e presidenzialismo sta nel fatto che tanto più il baricentro è il rafforzamento dell’esecutivo tanto più forte deve essere il contrappeso a quel potere» (27 novembre)
  • Giustizia, l’appello di Fini: «Serve una riforma condivisa» (9 dicembre)
  • Fini attacca il governo che pone la fiducia sul dl anticrisi: non rispetta il Parlamento; «In tanti anni ho avuto modo di ascoltare le molteplici ragioni per le quali il governo, avvalendosi di una sua esplicita prerogativa, ha deciso di porre la questione di fiducia – ha detto Fini – ma è la prima volta che ascolto porre la questione di fiducia da parte del rappresentante del governo in onore del lavoro della commissione». Fini ha aggiunto, tra gli applausi delle opposizioni: «È anche la prima volta che sento dire che viene posta la questione di fiducia in omaggio alla centralità del Parlamento». Per questo Fini vuole ricordare al rappresentante del governo che i lavori del Parlamento prevedono «l’esame in commissione e poi l’esame in assemblea». Senza voler giudicare la scelta di porre la fiducia, che è «legittima», per Fini è «doveroso esprimere considerazioni politiche». «L’omaggio al Parlamento, rimarca, lo si fa lasciandolo lavorare. Il rispetto della centralità del Parlamento e della sua funzione nel procedimento legislativo non si limita all’omaggio del lavoro fatto in commissione ed impedendo ai deputati di pronunciarsi in Aula su un testo», ha sottolineato il presidente della Camera (13 gennaio 2009)
  • Gianfranco e il premier. L’ultima lite è sul Pdl. “Non si parlano. Non si vedono. Non si sentono. E soprattutto non si sopportano. Ma le differenze di carattere non c’entrano: lo scontro tra Berlusconi e Fini è politico, è la manifestazione di profonde divergenze sul modo in cui sta nascendo il Pdl” (14 gennaio)
  • Berlusconi e Fini firmano la tregua sul Pdl. Ancora distanti sul ruolo del Parlamento (17 gennaio)
  • Fini: «Il Pdl sarà un partito unitario ma senza un pensiero unico» […] «La nostra sarà una società multietnica e con l’immigrazione non serve mostrare i muscoli» […] «La laicità È un valore del Ppe, che ha smesso da tempo di essere un partito democristiano. Questo non significa negare il magistero della Chiesa o ignorare la dimensione della religione, ma collocare la religione nella sfera personale e privata e non in quella pubblica» (22 marzo)
  • Parlamento, voto e regole istituzionali. È di nuovo scontro tra Fini e Berlusconi (26 marzo)
  • «Siamo proprio sicuri, amici del Pdl, che il ddl sul testamento biologico approvato al Senato sia davvero ispirato alla laicità? Perché una legge che impone un precetto è più da Stato etico che da Stato laico» (28 marzo)
  • «Non credo che ci sia un rischio di instabilità per il governo. C’è un rischio di minore fiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, cioè del fondamento della democrazia». Risponde così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a una domanda sui rischi per la stabilità del governo Berlusconi in seguito alle vicende degli ultimi giorni, legate anche all’inchiesta di Bari. […] «Una democrazia impotente e inefficace – afferma più tardi Fini nel suo intervento – alla lunga genera disillusione, scontento, alimenta la critica e il ripudio e finisce per alimentare progetti bonapartisti o cesaristi, con una delegittimazione del Parlamento inteso come luogo che rallenta le decisioni» (19 giugno)
  • Fini: «Tutto a posto? No, anzi…». Il presidente della Camera a Berlusconi: «I problemi politici ci sono ed è paradossale che lui li neghi» (8 settembre)
  • Fini al Pdl: «Stillicidio contro di me». Scossa al partito: «Più democrazia interna». Mafia e stragi: «Mai far pensare di non avere a cuore la verità». «Ieri a Berlusconi – spiega il presidente della Camera – ho detto che dal 27 marzo non si è deciso nulla ed il punto è proprio questo: non è possibile che non si sia deciso nulla, il partito non è un organigramma. Serve un cambio di marcia, un dibattito interno» […] Fini invita il Pdl a fugare ogni possibile sospetto di voler contrastare l’azione dei giudici sulle stragi di mafia dell’inizio degli anni ’90. «Mai, mai, mai dare l’impressione di non avere a cuore la legalità e la verità», dice. «Sono convinto quanto voi – aggiunge – dell’accanimento giudiziario contro Berlusconi, ma non dobbiamo lasciare nemmeno il minimo sospetto sulla volontà del Pdl di accertare la verità sulle stragi di mafia. Se ci sono elementi nuovi, santo cielo se si devono riaprire le indagini, anche dopo 14-15 anni! (10 settembre)
  • Stretta di mano a cena ma il premier è gelido: spieghi l’uscita sulla mafia (13 settembre)
  • Tutti gli ex An scrivono a Berlusconi «Urge evitare un corto circuito» (15 settembre)
  • Fini e l’incontro rifiutato col Cavaliere. «A parte il fatto che Silvio non riesce mai a tenere nulla di riservato, se poi si venisse a sapere che l’’ho incontrato, sembrerebbe che io sia andato a Canossa» (16 settembre)
  • Scudo fiscale, la Camera vota la fiducia. Ma Fini: anomalie nell’iter (1 ottobre)
  • Fini: «Pm non sottoposti ad altri poteri». «Un conto è la separazione delle carriere dei magistrati, un altro è che il pm sia sottoposto ad altri poteri se non a quello dell’ordine giudiziario» […] Il presidente della Camera ha affrontato anche la questione dell’immagine dell’Italia all’estero, più volte ribadita dal premier Silvio Berlusconi che ha accusato i media stranieri di dare del nostro Paese una descrizione distorta. «E’ una cosa che dipende da tutti – ha chiosato Fini -, non solo dai media» (14 ottobre)
  • Voto agli immigrati e cittadinanza. Un «asse» tra Fini e D’Alema. L’ex leader di An: italiani i bimbi che hanno frequentato le scuole qui (18 ottobre)
  • «Talvolta accade che Berlusconi confonda la leadership con la monarchia assoluta». Fini: «Riconosco la sua leadership, ma bisogna mettersi d’accordo su che cosa s’intenda» (3 novembre)
  • Fini: «Pdl, non mi piace l’aria da caserma. Le riforme siano condivise». «Non ho difficoltà a dire che su alcune questioni con Berlusconi abbiamo opinioni diverse» […] Una legge sulla prescrizione breve «danneggerebbe molti cittadini in cui sono parte lesa» […]  «Berlusconi ha diritto di governare perché glielo hanno dato gli elettori», ha aggiunto il capo di Montecitorio. «Ma deve governare nel pieno rispetto di altri organismi previsti dalla Costituzione. Governare implica rispetto della Corte costituzionale, del Parlamento, del presidente della Repubblica e della magistratura» (8 novembre)
  • Fini: «No alla candidatura di Cosentino. Silvio Berlusconi è d’accordo con me» (11 novembre)
  • Nuovo «alt» di Fini: la maggioranza non può cambiare le regole a piacimento (16 novembre)
  • Critiche a Fini da parte di Lega e Pdl sulla sua apertura agli immigrati (22 novembre)
  • Mafia, interviene Fini: «Magistrati accertino le dichiarazioni dei pentiti». Il presidente della Camera contrario a modificare la legge sui pentiti. «Le dichiarazioni dei pentiti devono essere garantite dallo scrupolo e dall’onestà intellettuale della magistratura, che deve trovare i necessari confronti» (30 novembre)

C’è il discorso sulla leadership come monarchia assoluta. C’è l’interesse per la “bomba atomica”. C’è anche l’idea che il premier abbia uno scarso rispetto per la magistratura, il Capo dello Stato e il Parlamento.

Allora non manca nulla?

Non proprio. Manca ciò che solo l’ironia e la confidenza potevano far dire. Grazie alla battuta su Giolitti (“Lei rappresenta lo stato… participio passato del verbo essere”) e al commento sull’intervento di Pecora (che dice: “nessuno vive in eterno”, strappando a Fini il commento: “se ti sente il Presidente del Consiglio si incazza”) ora sappiamo che davvero Fini considera il Cavaliere “morto, mor-to” (o quasi), come scriveva qualche giorno fa Il Giornale

Si tratta soltanto di lavorare ai fianchi, e attendere un crollo ritenuto inevitabile. Il tutto curandosi per bene di non provocarlo da sé. 

Sai mai che una risata finisca per seppellirti.

8 pensieri su “Sempre che una risata non lo seppellisca.

  1. Va riconosciuto a Fini un fiuto politico che fino ad ora lo ha sempre aiutato, quando ha portato An fuori dalle catacombe con la svolta dei doppiopetti, e poi all’alleanza con Berlusconi. Anche quando si è tirato indietro ai tempi dell’asse con Casini, o quando ha dovuto fare un rapidissimo (e molto poco onorevole) dietrofront sulla scelta della fusione nel Pdl ha probabilmente saputo sentire bene il polso della politica, al costo non certo piccolo di perdere la faccia (ma in Italia questo non è un problema, oggi meno che mai). Non so se questa volta andrà fino in fondo (mi aspetto di tutto, anche un rapido rientro nei ranghi con la coda tra le gambe), mi piacerebbe però sapere qual’è il motivo che lo ha spinto ad uscire definitivamente dal ruolo di spalla istituzionale. Forse i timori per i conti pubblici che tracimano (che sono la vera causa delle attuali baruffe tra i ministri, non dimentichiamolo). Forse ha avuto la sensazione che, dopo tanto essersi fatto il mazzo e ingoiato rospi, gli si sarebbe fatto passare avanti Letta o qualcun altro più affidabile come successore designato al Quirinale o a Palazzo Chigi. Chissà. Che dire, speriamo che veramente i tempi siano maturi per la nascita di una vera destra politica, che non sia solo il patetico paravento per le necessità del ducetto di Arcore. Ma ci credo poco. Fino a quando c’è Berlusconi, una scissione lascerebbe Fini con un pugno di fedeli e poco più. Se il suo obbiettivo era far nascere un Kadima doveva muoversi molto prima, ammesso che una operazione simile in Italia sia possibile, ed appunto non lo credo. E comunque riuscire a fare cose del genere in Italia bisogna essere un Berlusconi, non un Fini.

    Michele Gardini

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  3. Le ultime dichiarazioni di Fini dimostrano il fallimento del PDL? Adesso come adesso è un po’ presto dare una risposta, quello che si sa di sicuro è che non naviga in buone acque. Fece bene Casini a defilarsi dal progetto assimilazione politica di Berlusconi, stando agli ultimi sondaggi l’UDC viene premiato da questa scelta.

  4. Il progetto di un soggetto unitario di centrodestra ha fallito miseramente, benchè molte persone dentro il PDL abbiano creduto e lavorato in un partito maggioritario nell’area conservatrice. Ha fallito perchè è nato su delle fondamenta fragili che si basano sulla monarchia assoluta di Berlusconi, che si è sempre considerato l’unico vero leader, di cui non si può fare a meno. Fini invece ha aderito da una parte per raccogliere l’opportunità di una “successione dinastica” che come co-fondatore gli spettava di diritto, e dall’altra perchè anche lui ha sempre sognato di dirigere un partito che andasse oltre il 10% di AN. Ma il disegno di Fini andavano oltre a ciò. L’idea di un partito liberale, conservatore ma moderno e laico (sulla linea dell’UMP francese) poteva essere a portata di mano, ma in realtà occorreva creare prima i presupposti perchè fosse possibile un dibattito interno. Ebbene questo dibattito non è stato possibile, perchè l’attaccamanto alla poltrona di certi berluscones ha prevalso(difendere in tutto e per tutto il padrone, in cambio della poltrona garantita dalle liste bloccate), e la loro scellerata partigianeria e sudditanza a Berlusconi sono state più forti di una reale volontà di cambiamento.
    Nessuno ha mai considerato la possibilità che un vero CDX conservatore poteva essere fatto con Casini, che ha sempre detto e dimostrato nei fatti che il suo ruolo è alternativo alla sinistra. Di allenze nazionali con il PD infatti ha sempre negato la possibilità. Ora staremo a vedere se questo governo può una volta per tutte mettere da parte i problemi personali del premier, che sono sempre gli stessi da 15 anni e occuparsi dei problemi dei cittadini.
    PAULIN

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  6. fini non ha paura di dire quello che pensa, a differenza di tanti parlamentari del pdl che aspettano che la parolina li venga suggerita da berlusconi e poi iniziano a blaterare. sono come i carion, bisogna caricarli di cazzate e poi partono a ripeterle. fini e pochi altri ancora no. scelgono una linea nel partito di critica, di dialogo con l’opposizione, di riforma, di parlamentarismo, di garanzia dello stato. tutto il contrario di berlusconi. il buon senso è in minoranza. c’è bisogno di gente che pensi con la propria testa e che abbia proprie idee e che non si faccia indottrinare dal primo che passa. serve un nuovo progetto politico in italia, una nuova idea di politica, una nuova logica di partito. nè il pdl e nè il pd possono svolgere questa nuova azione riformatrice, perchè tenuti al guinzaglio dalla lega e dall’idv. serve qualcosa di nuovo, di alternativo. Un partito della nazione.

  7. Se c’è una cosa che ho imparato, nella mia breve vita politica, è che la LUNGIMIRANZA premia.
    Ho 16 anni, e 3 anni fa un partito mi ha letteralmente conquistata. Mi ha fatto capire che l’alleanza di centro-destra stava prendendo i caratteri che sarebbero stati dominanti nell’attuale PDL. 3 anni fa si consumò la prima frattura tra Casini e Berlusconi, dopo la quale presero forma il Popolo delle Libertà e l’Unione di Centro. Beh, oggi, sono fiera di dire che tra i 2 ho scelto di aderire all’UDC, e ogni giorno di più me ne convinco.
    Il PDL non è un partito, è un grande scatolone nel quale convivono troppe persone, tenute insieme dal legame del potere, che, però, non può legare tutti per sempre.
    Noi queste considerazioni le abbiamo fatte 3 anni fa, il presidente Fini soltanto oggi, o meglio, soltanto oggi inizia a non sopportare più questa situazione.
    Noi l’avevamo capito 3 anni fa, e abbiamo avuto coraggio. Il coraggio di dire no a destra e sinistra, di andare avanti da soli, rischiando amando il rischio.
    E questo coraggio è, e sarà, la nostra forza!
    Marta

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