Una risposta, come previsto, imprevedibile.

La risposta di cui parlavo nell’articolo di ieri non è tardata ad arrivare. Imprevedibile, proprio come ipotizzato.

minaccerifAvevano dunque ragione Ferruccio De Bortoli, Giampaolo Pansa, Filippo Rossi e Pierluigi Visci, oltre a questo blog, a chiedere di fermarci tutti a riflettere e abbassare i toni del dibattito politico, istituzionale, giornalistico e civile di questi ultimi mesi. 

Ora naturalmente ci saranno i complottisti, secondo cui Berlusconi o chi per lui avrà scritto la missiva a suo uso e consumo. 

In mancanza di prove, io la prendo sul serio.

E invito nuovamente, questa volta con maggiore forza, tutti quanti (indipendentemente dal proprio credo partitico) a deporre il vocabolario del “regime”, del “complotto”, dell’ “eversione” e della “rivoluzione”, e stringerci intorno a ciò che rimane di questa disastrata Repubblica.

9 pensieri su “Una risposta, come previsto, imprevedibile.

  1. Cìè chi mesta nel torbido, clichè oramai scontato in fasi simili della nostra Rebubblichetta….c’è chi ha interesse a rendere ancora più confusa la situazione sviando la discussione dai reali problemi come l’assalto ai pesi e contrappesi Costituzionali che il Cavaliere sta atuando.

  2. Hai ragione, bisogna evitare di tirare conclusioni affrettate. Tuttavia penso sia innegabile che il segnale dato al Paese sia arrivato in ogni caso: stiamo prendendo una certa, pericolosa, china.

    Speriamo si risolva in un nulla di fatto.

  3. la digos dirà quello che vuole il presidente del consiglio….ad altri lascio il beneficio del dubbio rispetto alle combine che da tempo lo Stato crea…..di questo non ho dubbi x chi li ha lo rispetto ma il Lago della Duchessa nell’affaire Moro e tutti i depistaggi di questo mondo, e scusate se è poco un dimestichezza che deriva dagli anni ’70 mi fan dire che la modalità e il doc non hanno nulla a che fare con chi ha intenzioni vere ma che creano un polverone enorme, ah l’ultimatum sarebbe già scaduto e purtroppo x noi non è ancora successo nulla 😉 fatemi fare un po di ironia….;)))

  4. Prima di tutto, aspetterei prima di cominciare a gridare al lupo, lasciamo questi esercizi a uno come Pansa, che su questo si è allenato moltissimo negli ultimi tempi, prendendo per fortuna una discreta serie di cantonate (e spero davvero per noi, non certo per lui, che continui così).
    Per quanto mi riguarda comunque non sarebbe un fulmine a ciel sereno, c’erano stati altri segnali, la bombetta nella busta mandata a Fede, o le pallottole inviate sempre in busta, che peraltro sono arrivate in momenti diversi a tutti, a destra, sinistra e centro. Certo, per chi non ha vissuto il clima degli anni 60 e 70 tutto questo spaventa. Ma soprattutto chi come me e Nicola ha vissuto e/o studiato la storia di allora non si può sorprendere molto da quanto sta accadenso. Allora il pericolo della continua crescita del partito comunista fu contrastata attraverso la strategia della tensione. Si partì con le stragi inizialmente di matrice nera, nei fatti pilotate da una parte dello Stato che per comodità si definì “deviato” (ma che nel quadro dei rapporti atlantici si attenne solo al proprio ruolo), poi con l’entrata in scena del terrorismo rosso, che si assunse l’incarico di portare avanti il lavoro in modo anche più sicuro e “pulito”. Alla fine si ottenne l’effetto sperato: blindare il sistema arrestando un processo di cambiamento politico pericolosissimo nell’epoca di blocco contrapposto Usa-Urss.
    Ora gli scenari sono cambiati, ma di nuovo abbiamo un sistema politico instabile (anche se per cause del tutto differenti) e la crescita di un malcontento abbastanza forte ma polarizzato in una entità molto definita, con una maggioranza della popolazione che come tradizione italiana non si schiera, per cui facilmente influenzabile dalle consuete armi della paura e della propaganda. Soprattutto abbiamo un quadro economico come allora in continuo peggioramento, che potrebbe nel caso non improbabile di una ripresa più lenta e faticosa di quanto ottimisticamente annunciato dare il via a seri problemi sociali. Anche stavolta il modo migliore di puntellare il sistema in pericolo diventa quindi l’attacco da parte di un nemico interno, visto che un nemico esterno non è al momento disponibile. Con questo non voglio dire che se emergerà una quqlche forma di terrorismo organizzato sarà partorito direttamente dallo Stato (meglio, dalle sue frange “deviate”…). Non credo sia necessario, oggi ancora più che allora basta mantenere alti i toni dello scontro politico, e prima o poi si troverà qualche babbeo disposto in “buona fede” (e spero si noti la provocazione insita in questa parola) a sobbarcarsi il lavoro sporco, senza obbligare lo Stato a sporcarsi le mani come fece nei primi tempi della strategia della tensione, o più recentemente per liberarsi di Borsellino. Se si vuole far diventare un cane rabbioso, basterà dargli molte bastonate, prima o poi si ribellerà.
    Rimane una domanda che però secondo me non si può però evitare nel nome del “volemose bene”: di chi sono le responsabilità di questo clima? Come nasce, chi ha le maggiori colpe nel fomentarlo e perché? Mi spiace Fabio, il tuo appello a moderare i toni e nel mantenere una posizione di moderata equidistanza mi appare ancora una volta velleitario, se non pilatesco. Hai più volte rimarcato la tua avversione per chi valutae secondo “due pesi e due misure” (come se poi esistesse una misura unica…), ma se metti sullo stesso piano chi ha creato la situazione attuale e chi ci si è lasciato trascinare, stai a mio avviso compiendo esattamente questa operazione: stai usando due pesi e due misure per riequilibrare due posizioni che non sono affatto equidistanti (chiaramente, mia opinione personale, ma suffragata nel passato da gente del calibro di Bobbio, Galante Garrone, Biagi e Montanelli). Dal buon livello di analisi che hai mostrato finora nei tuoi articoli devo desumenre che valuti questo tuo atteggiamento l’unico possibile per uscire da una situazione troppo pericolosa, temendo probabilmente una degenerazione peggiore. Può darsi tu abbia ragione, ma, e mi perdonerai il paragone forte, in passato ci fu un certo Chamberlain che la pensava in questo modo, e non finì come lui sperava.

    Michele Gardini

  5. Caro Michele,

    secondo me si giunge a un punto in cui chiedersi di chi sono le responsabilità serve a poco. Io non ho mai messo sullo stesso piano le responsabilità di Berlusconi con quelle dell’opposizione (non serve nemmeno farlo): semplicemente dico che sarebbe il caso di smetterla di usare parole a sproposito. Perché le parole hanno un senso, e qualcuno potrebbe ricordarselo. Un qualche cane che diventa abbastanza rabbioso, come dici tu, si finisce per trovarlo.
    Se hai un’alternativa che non comporti abbassare i toni, ti prego, esponimela. Un’alternativa in cui si possa continuare a parlare di “regime” ma escludendo che qualcuno ricorra alla violenza. In cui si possa parlare di “eversione” e di “complotto” senza che scorra il sangue. In cui il Paese possa continuare a spaccarsi in due fazioni sempre più lontane, che si odiano sempre di più, per alla fine ricomporsi.
    Non mi piace questa politica, così come non mi piace questo giornalismo, e non mi piacciono nemmeno quegli italiani che, invece di responsabilizzarsi, preferiscono odiare, senza mai provare un attimo a fermarsi e riflettere se in questa situazione non ci si trovi anche per colpe proprie (ad esempio, avere completamente dimenticato il valore dello spirito critico).
    Poi naturalmente non sono né abbastanza vecchio né abbastanza competente per capire se non ne verrà alcuna strage, o se invece scorrerà il sangue. Però augurarsi che si ritorni ad argomentare, invece di insultare, non mi sembra un passo evitabile.
    Sempre ammesso che non si voglia legittimare la violenza, ad esempio per sostituire il super-colpevole Berlusconi. Ma allora su questo devi procedere in perfetta solitudine.

  6. Fabio, nella vita si può ricavare insegnamento da tutto, ma se si evita di analizzare i fatti non si impara nulla, e si tenderà a ripetere sempre gli stessi errori. E bisogna analizzare i fatti molto più delle parole, visto che le parole hanno il senso che gli si vuole attribuire, mentre i fatti contengono una componente di oggettività più significativa. Chiedersi di chi sono le responsabilità ha molto senso, visto che sono una componente fondamentale di come si è creato il processo in atto.

    Non credo che serva dire che neppure a me piace questa politica, questo giornalismo e soprattutto non mi piace questo popolo italiano che si è lasciato supinamente scippare alcune fondamentali conquiste dei “padri” (purtroppo oramai tutti morti o in disarmo) costituenti e combattenti, un pezzettino alla volta, senza protestare. Il problema non è Berlusconi e nemmeno il cosiddetto berlusconismo, ha le sue forti colpe ma non ha inventato nulla di nuovo, ha solo perfezionato l’esistente. Il vero problema (ed io lo affermo da sempre) è una matrice culturale generale che non ha mai visto nascere un senso civico sviluppato oltre la tribù familiare, o al più ferma al campanile. Per questo manca del tutto il sentimento fondamentale del rispetto delle regole condivise, che sono la base della convivenza civile dei paesi avanzati. Le regole in Italia sono generalmente percepite come un fastidio, di solito le si fa valere solo per gli altri, e chi riesce ad aggirarle è un furbo da ammirare. Mi dispiace, non dispongo di nessuna alternativa che porti all’abbassare i toni dello scontro che non sia la pretesa di ristabilire il rispetto delle regole di base che devono sovraintendere il vivere civile in un paese democratico. E a dovere fare i maggiori passi indietro e a farli per primo deve essere chi ne ha fatti di più in avanti, spingendo anche gli altri, me compreso, a dovere avanzare in senso opposto, alzando il tono dello scontro. Un tono che non mi piace per niente, sono stato educato al rispetto dell’altro e trovo che l’odio e la violenza siano i sentimenti che più abbassano l’essere umano portandolo alla sfera animale. Ed è questa la fonte più grande del mio risentimento e disprezzo verso l’altra parte politica, che mi porta a volte ad atteggiamenti che non mi piacciono. Però Fabio io non credo che gran parte di chi nel secolo scorso fu costretto ad abbraccciare un’arma e combattere per ristabilire la libertà in questo paese l’abbia fatto perché la cosa gli procurava piacere. Non ebbero alternativa, se non la fuga in un altro paese. E nemmeno questo a volte bastò, alcuni rimasero comunque coinvolti, perché come le cellule cancerose in un corpo, il cancro della violenza e della sopraffazione tende a espandersi sempre di più e non lascia scampo, s non lo si combatte. Oggi per fortuna siamo ancora molto lontani da quel livello di scontro, ma il processo di smantellamento delle regole condivise che da tempo stiamo subendo ci porta a dover guardare per forza a quello che successe allora. Perché non successe in pochi giorni, fu un processo lento e tutto sommato abbastanza atraumatico, così come non fu un periodo di violenza e sopraffazione quello che seguì la presa del potere fascista. Se durò un ventennio fu proprio perché non era così oppressivo, semplicemente irregimentava la vita entro limiti ben definiti, cosa che piaque molto alla maggioranza del popolo italiano. Io non legittimo affatto la violenza, Fabio, quando esistono valide alternative. Ma l’alternativa non può essere l’abbassare la testa e subire passivamente per paura di disturbare troppo. Per il momento esistono dei margini democratici in cui muoversi per opporsi al degrado esistente,anche se limitati, ma visto come le cose hanno proceduto finora, bisogna farsi sentire, anche a costo di dare fastidio. Forte e chiaro. Non piano e timidamente.

    Comunque Fabio sono abbastanza convinto che l’attuale degenerazione non passerà mai un certo limite, ma che nemmeno si ristabiliranno davvero i principi democratici. La realtà di questo paese è quella della conservazione pura, per cui tutti gli scossoni vengono assorbiti e si disperdono negli infiniti muri di gomma che lo imbottiscono. L’Italia rimne quella del Gattopardo: anche quando cambia tutto non cambia niente.

    Michele Gardini

  7. Io continuo a chiedermi perché Berlusconi è in carica per la terza volta, con la maggioranza dei voti e poi tutti sono scontenti di lui? Ma se alla prima candidatura non ha esaudito le aspettative degli elettori, perché votarlo di nuovo? A me personalmente Berlusconi non garba, e una bella rivolta popolare forse è prorprio quel che ci vuole. D’altro canto uno che manipola la giustizia, che riesce a far modificare determinate leggi perché molto probabilmente andrebbero a toccare lui non è che ispiri molta fiduccia, anzi… comunque sia Berlusconi stà superando quel sottile limite invallicabile, e la gente è stanca, si levi dai coglioni. E’ soltato un malato di Protagonismo! Alla fine del mese ci si arriva a stento, le bustepaga sono ferme da una vita ormai, non si vede l’ orizzonte e questa lettera è l’ ennesima prova che siamo stanti di essere presi in giro. Che fa addesso, fa il ” bello ” con le opere d’ emergenza come L’Aquila o Messina? E l’ emergenza disoccupazione ? Basta mi fermo perché di cose da dire ce ne sarebbero un’ infinità e io sono stanco di essere incazzato. Mi auguro solo che le cose si raddrizino per questa malata Italia, un saluto a voi.

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