Il regime, il complotto e l’imprevedibilità degli eventi.

Si parte dalla notizia di un giovane che annuncia il suicidio (poi compiuto) su Facebook, e si finisce con la richiesta di un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale contro Berlusconi. Il tutto in pochi giorni. 

Come? Seguite questo itinerario per parole e immagini.

L’undici ottobre un giovane utilizza Facebook per comunicare al mondo il suo intento (poi realizzato) di suicidarsi:

suicidafb

Stesso giorno, Tg4 delle 18:55. Fede imputa al social network la ragione del suicidio del ragazzo. 

Parleremo di Facebook. Tra passione e paranoia […] può essere all’origine di tragedie come quella del giovane che si è impiccato a Torre del Greco […] dunque qual è la riflessione? O rigorosi controlli, speranza poca, oppure chiudere

[…] Facebook senza più che rigorosi controlli (vana speranza) può avere, come le ha, conseguenze drammatiche. Nasce una sorta di paranoia, accompagnata da violazione della privacy, che si allarga sempre di più. Fermarla sì, ma chi e come la ferma? 

E promette un sondaggio: “Facebook, sì o no?”

Il giorno dopo, Fede mantiene la promessa. Risultato del sondaggio? Facebook va chiuso. Anche se tra le 2600 persone che hanno deciso di spendere un euro per telefonare trionfa il . Quel “sì” infatti, secondo Fede, va interpretato come:

Il 78% dice sì, bisogna intervenire, Facebook  e quei siti di Facebook vanno chiusi.

Perché “c’è la pornografia” (falso). Perché lo usano “per agganciare i ragazzini”. Perché, e qui Fede ha ragione, “ci sono siti nei quali si indica il nome di una persona e si dice uccidiamolo“. 

Neanche a farlo apposta, il 14 ottobre si diffonde la notizia del giovane esponente del PD che proprio sul suo profilo di Facebook scrive:

Ma santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi?

Fede si tramuta, di colpo, in un veggente. Il mondo politico va in subbuglio. Il giovane si dimette, ma ormai è tardi per evitare le prime pagine di Libero

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e de Il Giornale. Che però si spinge oltre, grazie a un editoriale in cui Feltri ipotizza l’esistenza (forse sempre per colpa di Facebook) di un complotto per uccidere Berlusconi:

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A questo punto, tutto diventa lecito. La “teoria del complotto”, nata qualche settimana prima in ambito prettamente politico (e riguardante prima le possibili mosse di Casini, Rutelli e Fini con il placet di Montezemolo per la creazione di un “grande centro” e poi la possibilità che un governo tecnico si insediasse, bocciato il Lodo Alfano, al posto di Berlusconi), diventa personale. 

E giustifica l’ennesima violentissima caccia alle streghe. Ogni mezzo è consentito: basta che serva a smascherare il complotto. 

Anche entrare nella vita privata di un giudice, Raimondo Mesiano, complice in quanto colpevole di aver condannato la Fininvest al maxi-risarcimento di 750 milioni di euro nei confronti della CIR di De Benedetti. Di Mesiano lo stesso Berlusconi solo qualche giorno prima aveva dichiarato: “se ne sentiranno venir fuori delle belle”.

Detto, fatto. Eccolo in prima pagina su Il Giornale

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per un ipotetico brindisi alla salute di Prodi (mentre del tutto normali erano i brindisi fatti dai due giudici della Corte Costituzionale nella famosa cena con Berlusconi, Letta e, incredibile dictu, Alfano, il firmatario della legge che – imparzialmente! – i membri della Consulta si sarebbero trovati, da lì a qualche settimana, a valutare).

Eccolo pedinato mentre va dal barbiere, fuma una sigaretta, attende che il semaforo si faccia verde per poter attraversare la strada. Le immagini (“esclusive” sia chiaro) vengono trasmesse su Mattino 5.

Condite da insinuazioni tratte da Il Giornale prima e dopo il servizio. E, durante, dai commenti di Annalisa Spinosi:

Eccolo in giro per Milano […] sveste la toga e si cala nei panni del comune cittadino. Certo, non di cittadino qualunque. Alle sue stravaganze, in realtà, siamo ormai abituati.

Stravaganze? Una persona che fuma passeggiando è “stravagante”?

Passeggia […] Davanti al negozio del suo barbiere di fiducia attende il turno. E’ impaziente, non riesce a stare fermo. Avanti e indietro. Si ferma, aspira la sua sigaretta e poi ancora: avanti e indietro. Forse non sa ancora che il CSM lo sta promuovendo con un bel 7, che per un magistrato equivale a un 30 e lode universitario […] e un bell’aumento di stipendio. Avanti e indietro, avanti e indietro.

[…] ci regala un’altra stranezza. Guardatelo, seduto sulla panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese. Di quelli che in Tribunale non è proprio il caso di sfoggiare.

Tra la promozione e la sua stranezza, qualcosa ci dovrà pur essere? 

Altra bufera politica. Il Garante per la Privacy valuta l’apertura di un’istruttoria. Proteste della Federazione Nazionale della Stampa e dall’Associazione Nazionale Magistrati.

Massimo Donadi (IDV) sul suo blog commenta: 

L’olio di ricino ha lasciato il posto ai più moderni pixel di una telecamera. Questo è fascismo.

Aveva dunque ragione L’Espresso 

clna chiedere la più drastica delle misure? 

Stretti tra il “regime” e il “complotto”, non ci resta che osservare l’imprevedibile corso degli eventi, e attendere una risposta.



5 pensieri su “Il regime, il complotto e l’imprevedibilità degli eventi.

  1. Quel servizio del TG4 che ho potuto veder in diretta, subito segnalandolo su FB e conclusosi col sondaggio ovviamente non votabile online (o almeno non lo era in quel momento), sarebbe da mostrare a tutti e da spiegare. Ha in sè l’essenza della disinformazione finalizzata ad un regime di opinione.
    Se vedi quello l’idea di chi internet non lo usa (ricordiamoci che si parla di un 35% di italiani che non ha MAI navigato in internet) è già segnata. quel 35% darà sempre il suo voto alla tv. sempre. e c’è solo da sperare che non vada a votare. non è educabile. a quelli aggiungi chi ci crede, chi se ne fotte, chi ha vantaggi. il quadro è chiaro. Fabio, io sottoscriverei in pieno un nuovo Cln. Non c’è male peggiore di SB e degli interessi che gli stanno dietro. Spero pure in Fini. Pensa te come siam messi 😉

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