Punti fermi

Non è accettabile decidere le coalizioni di governo dopo le urne; ritornare al voto con il Porcellum; giustificare ogni scelta politica con il ritornello della lotta al populismo e all’antipolitica; nascondersi dietro alla maschera della tecnocrazia per fare politica; nascondersi dietro alla maschera della sovranità popolare per decidere in perfetta solitudine; una grande coalizione dove i principali partiti di centrodestra e centrosinistra seguono la stessa agenda, solo scritta con parole diverse; un’altra legislatura con gli stessi volti di sempre, anche se sotto nomi e schieramenti diversi; procedere per annunci e decreti d’urgenza che poi non si traducono in fatti; approvare riforme senza attuarle; parlare di diritti civili senza trascinarli fuori dal medioevo; innovare a suon di divieti; invocare la lotta a sprechi e privilegi senza sconfiggere davvero sprechi e privilegi; riempirsi la bocca di parole come ‘trasparenza’ e ‘partecipazione’ restando opachi e chiusi al reale confronto con i cittadini; difendere la libertà della rete, ma solo a parole; sacralizzare o demonizzare Internet; trasformare il dibattito sul Paese in uno tra correnti; non rispondere alle domande; pensare che chiunque violi anche uno solo di questi imperativi abbia il mio voto.

13 pensieri su “Punti fermi

  1. “Invero è opportuno chiedersi: era possibile che certi principi astratti prevalessero sui fatti ? E certamente la risposta non può essere che negativa, poichè le astrazioni non hanno il dominio delle situazioni”. (cit. Ennio Di Nolfo, p.18, 2008)

    • Indubbiamente, saggia citazione. Però i principi ‘astratti’ che enuncio qui, soprattutto per quanto riguarda le regole del voto e i programmi, sono concretissimi. Soprattutto perché concretissima è la spinta affinché si realizzi il contrario. Tutt’altro che astrattamente.

      • Una domanda allora sorge spontanea: se la prossima legge elettorale sarà prevalentemente proporzionale avrà comunque senso il punto sull’inaccettabilità delle coalizioni post-voto ? Io credo di no, non si fa prima a dire è inaccettabile un sistema elettorale proporzionale o prevalentemente proporzionale per tutte le motivazioni che si possono addurre. Idem per il porcellum, al posto del porcellum quale legge elettorale con quali caratteristiche ? Per questo ritengo che siano astrazioni, o meglio che rimangano astrazioni, nonostante tutte le spinte e le predisposizioni d’animo del caso, ma se mancano i termini specifici in cui incanalarle…

  2. Un sistema elettorale proporzionale è giusto e nobile in quanto segno di civiltà.
    Se poi gli umani ne distorgono lo spirito oppure lo utilizzano ingannandosi a vicenda, risulta evidente che il problema risieda in essi e non nella legge.
    E’ sufficiente cambiare gli umani in corso per notarne le differenze d’impiego d’uso.
    Se poi esso porterà giovamento, solo il tempo ci potrà consegnare l’oggettività dei risultati, ma ina cosa è certa:
    cambiare ormai è un imperativo a prescindere.

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  4. Come se quello che loro chiamano populismo e anti-politica fosse il frutto di sostanze chimiche rilasciate nell’aria e non da una classe politica vergognosa.

  5. Anche il principio del “senza vincolo di mandato” andrebbe rivisto, all’indomani di alcune storture che ha determinato in questi ultimi decenni.

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