Senza la poesia

Manca la pagina bianca, non avere nulla da dire.

Manca il pensiero privato, quello che possiamo soltanto a noi stessi – e però ci arricchisce.

Manca il coraggio di metterci a nudo, dire tutto. Anche quello che non vorremmo. Anche degli altri.

Manca la volontà che serve a rinunciare a gratificazioni immediate. O, se necessario, a qualsiasi gratificazione – nel tempo, o dopo il tempo.

Manca il rispetto per ciò che non dice, ma suggerisce. Che non è fatto o menzogna, ma l’uno e l’altra.

Manca l’attenzione per l’inutile, l’ordinario, il rifiutato dalla cronaca e dalla storia.

Manca l’affetto per chi non abbiamo conosciuto. Per ciò che non siamo.

Manca ciò che non sapevamo di essere.

Manca il tentativo di afferrare l’incomprensibile.

Manca la confessione, ma pubblica – su carta. Che parla di noi al singolare e al plurale.

Mancano i messaggi senza destinatario, le bottiglie affidate al mare nella speranza che, prima o poi, uno sconosciuto le raccolga.

Mancano le sensazioni assolute. Caricature, ma eterne.

Mancano gli assenti che ci aiutano a reggere il dolore e la morte.

(Immagine: Mark Rothko)

2 pensieri su “Senza la poesia

  1. Tutto questo non manca ovunque. Piccoli focolari nelle città si accendono, anche se fiochi.
    Dovresti fare un giro in qualche accademia d’arte.
    In brera la poesia sussiste con i suggerimenti di una delle pochee aree ancora verdi e vive, l’orto botanico.
    I dimenticati vanno a braccetto con i futuri scrittori della storia dell’arte. Quella vera, non quella commercializzata.
    Ed è proprio questo il bello, ciò che sarà non ha importanza se alla base, di fondo, l’arte e la poesia sostengono le aspirazioni della gente.
    I muri si possono ancora abbattere con la poesia.

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