Rimpastati.

C’è chi, come Bruno Cesario, negava: «non mi hanno offerto nulla». Neanche un posto da sottosegretario? «Ma va, ho fatto il conto: se a ognuno che passa al Pdl dovessero dare un posto da sottosegretario ce ne vorrebbero 20, e 5 da ministro». Insomma, «Nessuna offerta, sono io che porto acqua ai mulini dei partiti».

Chi, al contrario, non aveva timore di ammettere: «Mi faccia ministro, anche sottosegretario può andare», diceva Aurelio Misiti, rivolto in preghiera al Cavaliere. «Se non gli garba mi nomini delegato al governo. Ma prima si presenti con i soldi» per il Mezzogiorno: «Venti miliardi di euro e passo con lui».

C’è chi ha sparato a zero. Come Daniela Melchiorre: Berlusconi è un campione di «illiberalità» e «scarsa democraticità», «come ai tempi del fascismo». E le sue leggi non sono molto meglio. La legge sullo stalking? «Illiberale». Quella sulle intercettazioni? «Un doppio bavaglio inaccettabile per qualsiasi democrazia». Lo scudo fiscale? «Scandaloso, inefficace e irresponsabile». E il processo breve: un «inganno», una legge «contra multitudinem».

O Riccardo Villari: il Cavaliere «curi la sua pervicace intolleranza al contraddittorio», tuonava. Le sue sono «false promesse e proposte azzardate» che hanno procurato un «danno enorme» al Paese. Del resto, «l’unica cosa che accade sistematicamente di governo Berlusconi in governo Berlusconi sono gli attacchi della destra alla libertà di informazione e al pluralismo». Il Cavaliere, che con i suoi insulti «degrada il dibattito politico». Lui, «ridicolo e spudorato» com’è. O com’era, evidentemente.

E poi ci sono i nuovamente innamorati. Quelli che la storia era finita, ma è ricominciata. Finiani per un attimo: usciti dalla porta, sono rientrati dalla finestra. Come Luca Bellotti, Catia Polidori e Roberto Rosso. Di tutti e tre si ricordano le memorabili performance a Perugia, alla convention di Futuro e Libertà. «Quella promessa per cui ero entrato all’inizio di Forza Italia non è stata mantenuta: non si è fatta la riforma della giustizia, ma soltanto leggi ad personam», confessava Rosso. «Non si è fatta la legge sul fisco, ma soltanto piccoli provvedimenti e condoni. Non si è fatta la riforma della scuola e della sanità». «Oggi non siamo chiamati solo a vivere un momento, a cogliere l’attimo», profetizzava Polidori. Poco più di un mese dopo, dalle prospettive strategiche è passata agli adii.

Ma il più severo era Bellotti: «Noi non prendiamo ordini da Capezzone! E fortunatamente nemmeno da Cicchitto! E nemmeno da Bondi, un ex Pci!», ammoniva, e questa «è la dimostrazione che non tutti gli italiani sono comprabili». Chissà se il Cavaliere, che di affari si intende, è ancora convinto dell’investimento.

8 pensieri su “Rimpastati.

  1. Ma come possiamo fidarci di un governo che include personaggi che corrono come una pallina di flipper dall’estrema sinistra all’estrema destra e viceversa? Qual’è il vero credo politico di questi signori? Pensano davvero agli interessi del popolo o solo ai loro?

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