Lo strano caso della sede leghista scomparsa (e vilipesa) da Google Maps.

La Padania di oggi ha dato il meglio di sé. Con una dura denuncia, anzi: con una denuncia di chi «ce l’ha duro». Roba forte, padana. Il colpevole è un pesce grosso, grossissimo: Google, e in particolare il servizio Maps. Lascio l’attacco a Paola Pellai, autrice dell’articolo che ha meritato la prima pagina:

Ormai da un paio di settimane (sic) le Maps di Google vi portano in giro per il mondo con precisione certosina. Solo in un punto non ci arriverete mai ma, in cambio, vi copriranno di insulti. Ed è la sede della Lega Nord in via Bellerio a Milano.

L’accusa è duplice:

1. La sede della Lega Nord a Milano è un luogo (l’unico tra le sedi di partito) «”oscurato“, peggio oltraggiato dalle Maps di Google», che «in via Bellerio non vi ci porterà mai».
2. Il risultato restituito dalla ricerca di questo luogo non-luogo è «un bel malloppo di insulti demagogici, scritti da chi non ha la licenza elementare». E, di conseguenza, «ci viene il dubbio che tanta ignoranza lessicale abbia un passaporto extracomunitario».

I segugi de La Padania, però, sono già all’opera. E dopo poche righe identificano il colpevole: trattasi di un «hacker clandestino». Una figura nuova, inedita nel panorama mondiale: uno che non sa scrivere, non ha magari né una casa né un lavoro (altrimenti che clandestino sarebbe, agli occhi di un leghista), ma è abbastanza ricco e dotato da permettersi una postazione multimediale e la conoscenza dei segreti informatici più reconditi.

Tutti gli indizi, insomma, portano all’ipotesi del quotidiano di Umberto Bossi. C’è pure il movente: «la Lega dà fastidio, e le sue battaglie e le sue battaglie contro le illegalità e a favore della sicurezza fanno paura». Quindi la sua sede deve sparire da Google Maps e allo stesso tempo essere associata a insulti. La Trota ha fatto squola, non c’è che dire.

A meno che all’ipotesi dell’ «alchimia hackeriana» (ma come, è matematica o magia?) non si debba sostituire quella della «strategia del terrone». Ma i padani non ci credono, la buttano là più per tolleranza che altro: la prima è di certo più plausibile.

Devo aggiungere che su Google Maps digitando “Lega Nord” il software restituisce, correttamente, questo risultato

che aggiungendoci una “P” addirittura suggerisce la sede di via Bellerio

che la descrizione recita “Movimento politico indipendentista“, e che quello che loro chiamano «alchimia hackeriana» non è altro che un commento-recensione scritto da un utente molto critico verso la Lega il 25 settembre scorso

oppure posso continuare a ridere?

3 pensieri su “Lo strano caso della sede leghista scomparsa (e vilipesa) da Google Maps.

  1. A.A.A. persona di buon senso offresi quale caporedattore per giornale “La Padania”. Buone referenze, pedigree 100% celtico, ottima conoscenza della lingua italiana, sincero estimatore della casoela. Richieste modiche, astenersi perditempo (Trota compreso).

  2. ahahaha
    ahahahahaha
    poveracci. anche quando vogliono fare i di più non ne sono affatto capaci causa IMPEDIMENTO DEI LORO CERVELLI. D’altronde quando non ne sai di un determinato argomento, mi insegnava mia nonna, conviene stare zitti, al posto di spararle grosse, e gratuite. continuo anche io a ridere in faccia a sti poveracci della lega. pensate ad altro. Non che questo altro lo sappiate fare…

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