Le radici del caso Marrazzo: Veronica, il Laziogate e tutto il tempo libero.

Certe cose sul caso Marrazzo proprio non tornano. Lo faceva notare Il Fatto Quotidiano il 24 ottobre. Che riprende questa vecchia notizia (14 marzo 2006):

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Ne riporto alcuni passaggi, perché sembra di leggere della vicenda di questi giorni. Con la differenza che, in quell’occasione, le dimissioni furono di Storace.

Un viado per distruggere Piero Marrazzo. Avevano già organizzato pure un falso scandalo sessuale gli investigatori privati arrestati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spionaggio anche politico: inchieste totalmente illegali per screditare gli avversari di Francesco Storace (An), l’ex ministro della Salute che nell’aprile 2005 cercava la riconferma alla presidenza della Regione Lazio.

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[…] L’idea degli spioni era di fabbricare un clamoroso complotto a luci rosse per rovinare la reputazione del popolare giornalista di Mi manda RaiTre, candidato dal centrosinistra contro Storace. Il piano è documentato da una serie di intercettazioni non citate (ma allegate) alle 305 pagine di ordinanza d’arresto. L’obiettivo era distruggere Marrazzo non solo sul terreno politico o professionale, ma anche sul piano umano, psicologico e familiare. Ora il complotto è confermato dalle confessioni di Gaspare Gallo (il tecnico di fiducia del titolare della Ssi, Pierpaolo Pasqua), che ha già ammesso di aver corrotto i militari della Guardia di finanza e i funzionari di compagnie telefoniche. In carcere Gallo ha anche spiegato che il mandante politico, secondo quanto gli riferiva costantemente Pasqua, era Niccolò Accame, il rappresentante ufficiale della Lista Storace.
Gallo ha messo a verbale anche il nome e cognome del travestito – un uomo «dedito abitualmente alla prostituzione» – che era stato già arruolato dalla banda per fabbricare il falso scandalo, poi rimasto inattuato non per scrupoli morali, ma perché sembrava troppo rischioso ricorrere a un personaggio di dubbia affidabilità.

Il Fatto ipotizza 

1. che la cocaina ripresa nel video che ha costretto Marrazzo all’auto-sospensione sia stata sparpagliata dai quattro carabinieri arrestati

2. che la vicenda di questi giorni non sia altro che “un seguito di quanto già emerso nel 2005 dagli atti dell’inchiesta Laziogate“.

Le prove? Per la prima ipotesi, l’opinione degli investigatori. Per la seconda, invece, viene riportata una intervista a Pierpaolo Pasqua, che dichiara:

Una nostra fonte che ritenevamo molto credibile ci disse che Marrazzo aveva una relazione abbastanza frequente con un transessuale, che aveva come nome d’arte Veronica

Altro che “falso scandalo sessuale”. Bonazzi e Lillo ragionano:

Pasqua non lo dice e anzi lo nega, ma c’è un filo rosso che potrebbe legare la storia di ieri e quella di oggi. “Certamente sono stato indagato a lungo dai Carabinieri”, spiega Pasqua, “e io abito in una zona di competenza della Compagnia Trionfale, la stessa alla quale appartengono i carabinieri che sono stati arrestati ieri. Mi è venuta in mente questa coincidenza quando ho letto i giornali”. Insomma Pasqua lascia intendere che proprio qualche carabiniere della compagnia Trionfale, seguendolo, abbia pescato il jolly dell’appartamento di Veronica. E che magari abbia pensato di poterne fare una gallina dalle uova d’oro.

Per la cronaca, Storace verrà prosciolto da ogni accusa nel giugno 2007.

I due giornalisti specificano che il ragionamento terrebbe “se il suo nome d’arte fosse Veronica”. Oggi si è parlato, tuttavia, di Brenda e Natalì/Natalia. Di Michelle. Di “quelle con cui andava Marrazzo”. 

Di Veronica neanche l’ombra.

Molti punti da chiarire, dunque. Tranne uno: questa descrizione (tratta dal sito della Regione Lazio)

La famiglia è la sua vera grande passione. Ha tre figlie: Giulia, Diletta e la più piccolina, Chiara. Con loro e con Roberta, la donna della sua vita, passa tutto il tempo libero.

è poco attendibile.

 

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