Oggi il Boston Consulting Group ha pubblicato un rapporto (The connected World) che illustra lo stato della Internet economy nei Paesi del G20. A livello aggregato, nel 2016 secondo lo studio i cittadini digitali saranno 3 miliardi, per un’economia pari a 42 mila miliardi di dollari.
Questi i dati sull’Italia.
1. L’Italia, insieme a Grecia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, è considerato un Paese «ritardatario»:
2. La Internet economy, che attualmente rappresenta il 2,1% del Pil, peserà per il 3,5% del Pil nel 2016 – a fronte di una media dei Paesi sviluppati del G20 del 5,5%.
3. Nel 2016 il commercio elettronico rappresenterà l’8% del totale, a fronte del 23% nella Gran Bretagna.
4. Per quanto attiene all’indice e-Intensity della BCG, che misura l’abilità di uno Stato di sfruttare le potenzialità di Internet, l’Italia è agli ultimi posti nell’Unione Europea (meglio solo di Ungheria, Grecia e Slovacchia). All’ultimo se si considera la sola componente del grado di coinvolgimento di imprese, governi e consumatori in Rete.
5. Dal quadro riassuntivo dei dati sull’Internet economy italiana si evince che la componente di spesa governativa rimarrà invariata da qui al 2016; che l’impatto del commercio elettronico passerà da 20 a 50 miliardi; e che gli investimenti in pubblicità online passeranno da 1,3 a 3,8 miliardi di dollari.
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