Il caso Emergency: prima di tutto, fare chiarezza.

Della vicenda dei tre medici italiani di Emergency arrestati (o, come sostiene Gino Strada, sequestrati) dalle autorità afghane con l’accusa di tramare contro la vita del governatore della provincia di Helmand condivido con voi lettori alcune considerazioni proposte in questi giorni sui maggiori quotidiani:

  • “Sarà difficile sapere presto la verità […]. E, forse, non la si saprà mai. Perché anche su eventuali confessioni uscite da un carcere afghano, controllato formalmente dai servizi segreti locali […] ma nella sostanza da quelli americani e inglesi, c’è poco da far conto, visto il trattamento riservato ai “terroristi” ad Abu Ghraib e Guantanamo” (Massimo Fini, Il Fatto Quotidiano, p.2)
  • “Non vi è dubbio che le responsabilità dei tre italiani fermati in Afghanistan andranno accertate e nel caso punite, ma è inaccettabile la tentazione di trattare questa vicenda come se fosse una questione di politica interna. […] l’atteggiamento che La Russa e in parte Frattini hanno tenuto nei confronti della vicenda di Emergency testimonia ancora una volta l’assenza di uno spirito nazionale autentico e condiviso. Di fronte a una crisi, la reazione istintiva è stata di schierarsi dalla parte delle proprie alleanze (il governo afghano) e non dei propri connazionali. Anche la sinistra, sia chiaro, tende a comportarsi alla stessa maniera. […] Tranne un mese ogni quattro anni, durante i campionati del mondo di calcio (e a patto che si vincano), l’italiano non si sente membro di una Nazione, ma di un clan: familiare, affettivo, politico. Però vale qui lo stesso discorso fatto a proposito della corruzione: dai politici ci aspetteremmo che dessero il buon esempio, non che esaltassero con la forza del loro ruolo la «mala educación» generale” (Massimo Gramellini, La Stampa)
  • “E’ buffo che una parte politica che in Italia in nome del garantismo si produce in una legislazione eccezionale per salvaguardare le proprie personalità da processi gestiti da tribunali occidentali, invece si scopra colpevolista di fronte ad accuse che vengono da un governo, quello afghano, sulla cui democraticità e sul cui attaccamento alla legalità in tutto il mondo si sollevano seri dubbi. Il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica si è persino augurato ieri che gli italiani siano innocenti trascurando la banale considerazione che fino a prova contraria sono innocenti” (Peppino Caldarola, Il Riformista).

Non mi unisco invece al coro di “io sto con Emergency” che si è levato in questi giorni dalla Rete, semplicemente perché non mi sento di esprimere certezze su una vicenda che ha già messo in crisi la credibilità di testate usualmente affidabili come il Times. In questa fase trovo che, più che le raccolte firme e le petizioni, sia importante fare chiarezza sull’accaduto. Un compito difficilmente ottenibile stando comodamente seduto di fronte a un monitor.

PS: Chissà se al Giornale di Feltri troveranno “agghiacciante” anche la vignetta su Libero di oggi riguardante Gino Strada, dopo quella di Staino su L’Unità – per cui aveva titolatoVogliono Berlusconi morto“. Il loro dare dei “pirla” ai medici di Emergency non sembra un buon punto di partenza. Ah, i fustigatori del “doppiopesismo”.