Lo stato dell’Open Data nel 2011.

David Eaves fa il punto sulla situazione dell’Open Data nel mondo:

  1. Oltre 50 governi hanno un portale Open Data. Eaves parla di «esplosione» (anche in Italia, per esempio, qualcosa si sta muovendo).
  2. L’incremento del numero dei portali rivela un cambiamento più profondo, culturale: le amministrazioni sono più «curiose su cosa sia l’Open Data». Ciò tuttavia non significa, precisa Eaves, «che sia mutata la loro comprensione» del fenomeno, ma che a molti gestori della cosa pubblica il tema interessi e che ne vogliano sapere di più.
  3. Le sperimentazioni aumentano, i progetti si moltiplicano. Uno studio, in particolare, mostra che l’Open Data potrebbe generare risparmi per 8,5 milioni di sterline l’anno per le amministrazioni della Greater Manchester.

Il movimento, prosegue Eaves, è a un punto critico: perché «per anni siamo stati all’esterno», mentre ora «ci hanno invitati a entrare». Si tratta insomma di sedere al tavolo con i governi e aiutarli a prendere decisioni adeguate, il tutto senza «sacrificare i nostri principi». 

Il che pone tre sfide:

  1. Riuscire a configurare l’Open Data non come un’appendice dell’azione di governo mantenuta in vita solo per conformità alla legge, ma come una parte essenziale, un fondamento anche concettuale della sua struttura.
  2. Passare dal computo dei portali Open Data alla loro operatività in più giurisdizioni.
  3. Ampliare il movimento, raggiungendo le aziende (grandi e piccole) e le organizzazioni (a scopo di lucro o meno) che ancora non lo abbracciano.
(via Owni.eu)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...