Perché la Lega non condanna la violenza verbale leghista.

Tra le tante doppiezze della Lega c’è anche quella, macroscopica, che riguarda l’atteggiamento verso la violenza, reale o minacciata, fisica o verbale che sia. E così da un lato si leggono ovunque le ferme condanne (sacrosante), da parte dei vertici leghisti, delle esplosioni contro la sede della Lega di via Gemonio. Dall’altro ci sono consiglieri provinciali della Lega che commentano:

Ho appena sentito al telegiornale che Nichi Vendola è stato svegliato nel cuore della notte da alcuni manifestanti del Pdl ed è caduto dalle scale. Purtroppo non ha avuto danni permanenti.

Una dichiarazione che non stupisce chi segua da qualche tempo l’humus in cui maturano certe coscienze padane. Lo stesso che ha impedito a Matteo Salvini di prendere pubblicamente le distanze da chi, sulla sua bacheca Facebook, chiedeva di legalizzare il lanciafiamme contro il marocchino che avrebbe dovuto essere colpevole della sparizione di Yara. Lo stesso che non ha fatto ritenere opportuno alla dirigenza leghista deprecare le violenze verbali che hanno condotto alla condanna per istigazione al razzismo a Giancarlo Gentilini (la Padania scrisse, al contrario, che si trattava di una «sentenza politica»). Lo stesso che mette periodicamente in bocca al suo lider maximo, Umberto Bossi, “metafore” sui milioni di padani pronti a imbracciare il fucile se il cammino dell’indipendentismo leghista dalla «palude romana» dovesse arrestarsi.

Gli esempi sono infiniti, non ultimo quello che è costato la (vergognosa) rimozione dell’intero canale YouTube al blogger Daniele Sensi, instancabile scopritore di deliri su Radio Padania, da parte dei gestori del servizio. E che riportava gli inviti di alcuni giovani conduttori leghisti in studio alle forze dell’ordine «picchiare duro e spaccare un po’ di ossa» ai manifestanti in piazza contro la riforma Gelmini, possibilmente facendo «sentire il crac delle ossicine del braccio che si rompono».

Anche in questo caso non ho sentito Bossi, Maroni, Cota e Zaia parlare di «atto vile e intimidatorio», di «vicinanza e solidarietà» ai destinatari dei tragici auspici, di «brutta aria» che tira nel Paese. C’è chi, come Valigia Blu, ha deciso di dare un segnale forte di civilità denunciando Radio Padania. Ma questo difficilmente provocherà una presa di coscienza nell’elettorato leghista. Ed è questo, che servirebbe: un argomento che gli trasmetta la volontà di chiedere una pubblica, ferma condanna di questi continui esempi di intolleranza direttamente ai propri rappresentanti.

Tuttavia, io non lo trovo. Forse la nostra classe politica, tanto feconda di meravigliose costruzioni lessicali, potrebbe farcela. Se solo si degnasse di prendere in considerazione il fenomeno, inquietante, di un popolo che ha disimparato a dare peso alle parole che pronuncia. O che forse, ancora peggio, lo violenta di proposito. E anche su questa violenza costruisce, ormai da decenni, la propria identità, la propria differenza. E la propria fortuna.

6 pensieri su “Perché la Lega non condanna la violenza verbale leghista.

  1. la peggiore eredità che ci lascerà Berlusconi al suo trapasso, politico o biologico che sia (si spera non sia simultaneo perché sarebbe cosa gradita che arrivasse a spegnere le cento candeline, a San Vittore sia chiaro) è la Lega con tutto il carico (anti)culturale e (anti)sociale che si porta dietro. Dobbiamo ringraziare lui per averli sdoganati, e il resto dell’intera classe politica per averli al più malamente tollerati.

  2. berlusconi? tutta la politica italiana (do you remember d’alema?) che ha dato importanza e valenza politica a un movimento che in quasi tutti gli altri paesi ue sarebbe stato emarginato agli estremi

  3. Hai ragione però il modo con cui li ha sdoganati il Caimano non ha pari. Li ha letteralmente portati sul podio. Io a D’Alema rimprovero cose ben peggiori personalmente (tra cui essere tornato negli ultimi mesi a romperci i coglioni). Comunque in effetti più che di Berlusconi si può attribuire la responsabilità al berlusconismo, che abbraccia a conti fatti destra, sinistra, centro senza distinzioni.

  4. Pingback: Update sulla denuncia a Radio Padania Libera « idiotecabologna

  5. …il popolo dell’ammmore… …si quello ke girando x le città italiane passa davanti a suvenir del duce e non si pone il problema dell’ignoranza che passa sotto quella “piccolezza” nessuno si sdegna d tanta inciviltà e loro crescono sotto l’ignoranza generale…
    …con l’ignoranza scagli i popoli x ingrandire il tuo dominio…
    …la lega e il pdl son solo la mimeticizzazione del fascismo del 2000…

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