Meglio le dimissioni di un Berlusconi presidente del Consiglio.

Adesso basta. Abbiamo sopportato il suo disprezzo della verità in infinite occasioni. La sua mancanza di senso dello Stato, di cui ha attaccato tutte le più alte cariche, dal presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale. Abbiamo tollerato il suo irridere la Costituzione, il suo ergersi a interprete unico del popolo e della sua volontà, i suoi insulti all’elettorato dell’opposizione.

Per lui abbiamo imparato a disegnare infinite sfumature tra moralità pubblica e privata, a separare accuratamente la coerenza tra il presidente del Consiglio cattolico e l’uomo che bestemmia, tra il politico che parla della famiglia e l’arzillo vecchietto che se la spassa nel suo harem privato. Abbiamo imparato a chiamare bene pubblico ciò che serve a disinnescare i suoi processi. A definire disinformazione tutta la stampa estera che, guardando a ciò che succede a casa nostra, non sa più se ridere o piangere e celebrare il giornalismo “innovativo” di Augusto Minzolini. A farci venire il dubbio che, dopotutto, sia un complotto ai suoi danni. Dei magistrati cattivi, dei legislatori cattivi, dei giornalisti cattivi, di chi va in piazza contro di lui (gli «amici di Spatuzza», ricordate?). Dei napoletani che si divertono a morire delle malattie respiratorie e dei cancri provocati dai rifiuti che, con un miracolo, ha fatto sparire in 28 giorni e allo stesso tempo riempiono le strade. Degli aquilani terremotati, quegli ingrati. Dei disoccupati che se non lavorano è perché non vogliono, altro che crisi.

Si potrebbe continuare per paragrafi interi. Ma il concetto è chiaro: adesso basta. Abbiamo tollerato troppo, l’asticella si è spostata troppo in là. Io non voglio che il mio Paese sia rappresentato nel mondo da un uomo che pensa di far passare per una battuta una frase come «Meglio le belle ragazze che essere gay». In un mondo che gli omosessuali ancora li perseguita, li addita pubblicamente sui giornali invitando a «impiccarli». Dove essere gay significa ancora essere «diversi», crescere con la paura di essere sbagliati, di avere una qualche colpa. Un mondo dove, per restare in Italia, ci sono psichiatri che definiscono l’omosessualità una patologia e dove una parte della Chiesa cattolica parla della “lobby omosessuale” che, magari insieme a quella sionista, starebbe complottando per riscrivere le regole del potere a suo piacimento.

Ecco, che il presidente del Consiglio di un Paese sviluppato come l’Italia non dica mai, e sottolineo mai, una parola in difesa del diritto costituzionale degli omosessuali di essere cittadini come tutti gli altri, è già grave. Ma che ne derida lo stato di inferiorità fattuale in cui sono costretti a vivere, derubricando il tutto a battuta, è inaccettabile. Berlusconi si deve dimettere. E lo deve fare subito, perché c’è chi, pur di compiacerlo, applaude. Il segnale di una arretratezza culturale che il nostro Paese non merita e che, finché avrà la legittimazione di Berlusconi, non potrà scomparire. Ammesso che non sia il Paese stesso a volersi specchiare in quegli applausi. Allora non ci sarebbero dimissioni che tengano.

24 pensieri su “Meglio le dimissioni di un Berlusconi presidente del Consiglio.

  1. Nessuna polemica,Perché il tuo è un post di parte.Ma dirò solo una cosa. Gay o non gay,il popolo di centro destra,di unioni di fatto non ne vuol sentir parlare. Facendo un battuta del genere lui sa chi si schiererà contro,mostrando a tutta l’Italia chi è contro la famiglia tradizionale. In questo modo continua a governare continuando a spaccare i suoi avversari. Primo tra tutti fli,con della vedova a favore,e altri esponenti post-fascisti assolutamente contrari. I cattolici non sono contentissimi di questo Premier,ma di sicuro lo preferiscono ad uno con l’orecchino o un novello Zapatero.

  2. Hai ragione su tutta la linea, in particolare a partire dalla constatazione che il post è sfacciatamente di parte. Lo è e, per una volta, non se ne vergogna. Grazie del commento, Leonardo.

  3. Leonardo, per curiosità, l’uso/abuso di minori rientra nel concetto di “famiglia tradizionale”? Come persona cresciuta con un background e un’educazione cattolica (pur non ritenendomi tale oggi)onestamente a me fa piu paura il furto, la corruzione, la disonestà, l’ingiustizia sociale, il disconoscimento dei diritti base ecc ecc ecc, di quanto non possa farmene un orecchino, ….

  4. “I cattolici non sono contentissimi di questo Premier,ma di sicuro lo preferiscono ad uno con l’orecchino o un novello Zapatero.”

    certo, meglio un pedofilo che uno con l’orecchino. In fondo le loro file ne sono piene, perche’ dovrebbero scandalizzarsi?

  5. Pingback: Berlusconi contro omossessuali, libertà di stampa e giustizia « Trasparente

  6. nel giorno dell’anniversario della morte di pasolini morto ammazzato da un marchettaro omofobo al soldo probabilmente di chi voleva far fuori un grande UOMO libero, questo piccolo uomo disgustoso rinnova lo sconforto di chi vuole essere lib…ero di vivere la propria vita in questo paese.

    Quanto al futuro, ascolti:
    i suoi figli fascisti
    veleggeranno
    …verso i mondi della Nuova Preistoria.
    Io me ne starò là,
    come colui che
    sulle rive del mare
    in cui ricomincia la vita.
    Solo, o quasi, sul vecchio litorale
    tra ruderi di antiche civiltà,
    Ravenna
    Ostia, o Bombay – è uguale –
    con Dei che si scrostano, problemi vecchi
    – quale la lotta di classe –
    che
    si dissolvono…
    Come un partigiano
    morto prima del maggio del ’45,
    comincerò piano piano a decompormi,
    nella luce straziante di quel mare,
    poeta e cittadino dimenticato.

  7. A prescindere dalla battuta(ormai siamo la barzelletta dei media mondiali)non regge il filo logico nel suo discorso…la sua era violenza verbale premeditata.

  8. A Leonardo: sei bigotto* come tutti gli altri che definisci a favore della “famiglia normale”( comprende anche i divorzi, andare a prostitute e i pedofili ??? ) … *http://it.wiktionary.org/wiki/bigotto non è un insulto.
    Se foste veramente dalla parte di Gesù, la chiesa si fonderebbe su quello in teoria, sareste i primi a volere diritti uguali per tutte le persone etero o omosessuali che siano !
    Ma l’Italia e il mondo è piena di bigotti che si nascondono dietro alla religione per portare avanti le loro idee.

  9. Ma bene, contestualizziamo anche questa, ennesima, cazzata berlusconiana, roba che in un paese civile a caso ti costringe alle dimissioni nel giro di mezz’ora? È più sbagliato essere gay che andare a prostitute minorenni, per la Santa Romana Chiesa? Ma ci rendiamo conto dello stato di delirio a cui ci troviamo?

  10. Io ho votato e voto a destra. La cosa triste, che nessuno dice, è che l’immagine della donna da bunga bunga è lo specchio di una realtà di molestie che le nostre figlie, mogli e amiche vivono ogni giorno. Per questo oggi schifo la Lega e il PdL. Se uno cerca in giro ormai trova degli annunci di lavoro che sono molestie legalizzate, come quelli su queste pagine:
    http://www.giovanidispostiatutto.com/site/?p=239

  11. Berlusconi è al governo perché ha vinto le elezioni. Non vi è nessuna ragione per la quale si debba dimettere. Se pensi il contrario e lui non si dimette, devi avere la coerenza di chiedere le elezioni anticipate.

    • Ha vinto elezioni truccate dal suo possesso di mezzi di informazione, possesso incompatibile con una candidatura politica in qualsiasi democrazia. Elezioni non democratiche, quindi.
      Se non vuole dimettersi dovrebbe essere sfiduciato. Prima delle elezioni esiste la possibilità di creare un governo alterntivo in parlamento: siamo in un sistema parlamentare, non presidenzialista. Le elezioni ci sono a fine legislatura, o nel caso in parlamento non esistano maggioranze alternative. Cosa che dubito. Per quanto a molti piaccia chiamare questo un “ribaltone”, è in realtà la normale prassi definita dalla nostra costituzione. Se a qualcuno non piace e vuole ricorrere alla rivolta popolare davanti al “golpe”, come ha detto Calderoli, sono sicuro che in risposta ce ne sarà una ancora più forte disposta a difenderlo, questo “golpe”, che nient’ altro sarebbe, poi, se non il rispetto della nostra costituzione.

      -Sfiducia al governo
      -Maggioranza alternativa e nuovo governo
      -legge elettorale
      -legge severa su conflitto di interessi che renda chinque detiene mezzi di informazione ineleggibile e impedisca ad un solo soggetto di averne più di uno o massimo due (giornale o TV che sia)
      -e allora sì, solo allora, si torni alle urne, e a elezioni finalmente democratiche.

      • “Elezioni non democratiche”

        Mi risulta che nel 2008, quando ci sono state le elezioni:

        – vigesse la legge sulla “par condicio” (che vige tuttora), che regola tempi e apparizioni dei politici in tv,
        – la RAI era gestita da amministratori nominati dal centro-sinistra,
        – nessuno si sia lamentato della non democraticità della campagna elettorale.

        “Le elezioni ci sono a fine legislatura, o nel caso in parlamento non esistano maggioranze alternative”

        Le elezioni ci sono a fine legislatura, e fin lì siamo d’accordo, oppure quando lo decide il presidente della repubblica. Il quale, per razionalità e democrazia, dovrebbe attenersi a quanto gli chiede il capo del governo. Se vuoi sapere perché, fai click sul mio nome e vai al post “Elezioni subito”.

      • PER FILIPPO SANTORE: Scusa rispondo qui perchè sulla tua risposta non trovo il pulsante reply.

        Elezioni non demoratiche: par condicio e regole sui dibattiti televisivi sono solo un palliativo che non risolve l’ anomalia antidemocratica relativa al possesso dei mezzi di informazione. Il possesso resta e il consenso non si forma solo in campagna elettorale ma tutto l’ anno, e non solo (anzi, in minima parte) durante i dibattiti o programmi politici.
        Che la sinistra abbia potuto vincere con le stesse regole non toglie nulla al fatto che le elezioni non siano comunque democratiche: non sono democratiche non perchè la vittoria sia matematica da parte di qualcuno, ma perchè esiste un vantaggio indebito innegabile che le inquina e le vizia alla radice. Poi si sa, uno magari ogni tanto riesce anche a vincere nonostante svantaggiato, certo con uno scarto minore di quanto avrebbe potuto se le elezioni fossero state regolari, magari a prezzo di uno sforzo doppio o di un atutogol clamoroso del suo avversario; ma chiunque sia a vincerla, la gara rimane truccata. E se la gara sono le elezioni, elezioni truccate non sono democratiche. Non mi pare ci sia molto da discutere su questo: solo in Italia siamo capaci di discutere di cose avvie come questa!

        La RAI è sempre stata amministrata da amministratori nominati dalla politica. Che piaccia o no, è un altro discorso. L’ anomalia “antidemocratica” non è la RAI, ma la concentrazione di mezzi di informazione privati come TV commerciali e giornali, nelle mani di un solo soggetto, per di più politico.

        Qualcuno si è lamentato eccome. Pochi, è vero. Spero che possano essere di più, perchè il problema più grosso è proprio questo: tornare a meccanismi democratici che consentano una dialettica sana sui problemi da risolvere.

        Il capo dello stato non dovrebbe affatto attenersi a quanto gli chiede il capo del governo, altrimenti sarebbe solo un suo passacarte. Il presidente delle repubblica ha il dovere (non il diritto, il dovere!!) di verificare se ci sia o meno una maggioranza alternativa in parlamento; e se c’ è di conferire l’ incarico a chi la possa garantire. Il presidente del consiglio, o la maggioranza parlamentare, non hanno nessuna, dico nessuna, voce in capitolo per decidere se si deve andare o meno a elezioni. Che vi piaccia o no non rientra nelle loro prerogative. Questa è la legge, questa è la costituzione e le regole alle quali hanno giurato fedeltà anche Berlusconi e la sua maggioranza attuale. Parlare di golpe e di ribaltone è irresponsabile e sovversivo. Se a parole irresponsabili dovessero seguire i fatti mi auguro che siano in tanti quelli non vogliono sottostare all’ ennesima violenza e prevaricazione, e che sapranno rispondere alla violenza e alla prevaricazione con la forza necessaria, proporzionata all’ offesa. Finalmente, per una volta, e magari, una volta per tutte.

  12. In un Paese normale non ci si dimetterebbe per questo. Lo si farebbe per molto meno. Ma che possiamo farci? Ci è toccata la repubblica delle barzellette da osteria.

    Confido nel fatto che stia per crollare. Lo so che lo diciamo ogni volta a intervalli regolari, e che poi regolarmente siamo costretti a ricrederci. Ma speriamoci lo stesso. Sia mai che il desiderio diventi premonizione.

  13. Nulla di spontaneo c’è in questa dichiarazione: è chiaramente premeditata. Questo genere di esternazioni fanno parte del bagaglio dialettico del capo carismatico di stampo fascista.
    In un colpo solo:
    1)sposta l’attenzione dall’ombra dell’abuso di potere e dello sfruttamento della prostituzione minorile ad una mera questione di mondanità e gusti sessuali,
    2)ribadisce la sua identità, tanto apprezzata fra i suoi elettori, di incorreggibile grande amatore,
    3)traccia una linea di confine netta che loro, che vivono di “sani appetiti”, e gli altri, che invece favoriscono e accettano chissà quale altra perversione (aah le divisioni manichee che tanto piacciono all’italiano medio).

    Il prezzo da pagare per un tale risultato in fondo è basso: si tratta solo di calpestare una minoranza, infangare il ruolo di un istituzione, sputare sulla costituzione e portare a livelli ancora più infimi la dialettica politica in questo paese.

  14. Vorrei sapere soltanto quando la smetteremo di sottovalutare il conflitto di interessi e le leggi ad personam. Ancora oggi c’ è gente a sinistra, come Renzi, che sostiene con la stessa retorica ingenua, fallimentare e colpevole che ci ha portato fin qui, che Berlusconi va battuto sui “contenuti” e sui “problemi reali”. Ma che vuol dire? Non sono forse contenuti quelli che ci impediscono di vivere in una democrazia completa, che truccano le elezioni, che hanno permesso a lungo andare di arrivare al baratro in cui ci troviamo, dove ogni cosa perde il suo significato, dove continuiamo a percorrere inesorabilmente, e accanitamente, una direzione contraria a quella del resto del mondo sviluppato o in via di sviluppo?
    Mettiamocelo bene in testa: tutto è cominciato con la sciagurata legge Mammì! Era il primo tassello di un progetto preciso e strutturato di cui le vicende odierne sono conseguenza coerente, ovvia, naturale. Finchè non si partirà dal principio che allora c’ è stata una lesione delle regole democratiche e che priorità dev’ essere quella di ristabilirle, non ne usciamo più. Eliminiamo la causa, se vogliamo eliminare gli effetti.
    Non basta rimuovere Berlusconi, perchè se le regole sono viziate alla radice, il problema continuerà anche dopo di lui, che si presume abbia una durata limitata, come tutti i comuni mortali.
    E’ urgente sfiduciare questo governo, fare un governo tecnico che cambi la legge elettorale e faccia immediatamente una legge sul conflitto di interessi, l’ ineleggibilità di chi detiene mezzi di informazione, e l’ impossibilità di possederne più di uno, anche per chi non è politico. E’ un’ occasione storica da non perdere, altrimenti ce lo ritroveremo in breve più forte di prima (come sempre è accaduto quando avversari troppo pavidi non hanno saputo approfittare energicamente dei suoi momenti di debolezza) a distribuire le ultime picconate e il colpo di grazia a ciò che è rimasto del nostro stato di diritto, della nostra democrazia, della nostra dignità.
    Non ci si può lamentare degli effetti, senza far nulla per eliminare le cause che li hanno provocati.
    A sinistra smettiamola di dar retta a gente come Renzi che non ha ancora capito che questi sono eccome contenuti e “questioni reali”; così reali che da esse dipendono in gran parte tutte le altre.

  15. E’ qualche mese che wsj dedica articoli interessanti sull’elaborazione dei dati sia aggregati sia disaggregati relativi alla navigazione web.
    A parte considerazioni politiche più o meno di parte o più o meno moralistiche, non ci sarebbe da meravigliarsi se le ultime uscite mediatiche siano in realtà il risultato dell’analisi di un calcolo oggettivo relativo alle tendenze della popolazione votante.
    Anche se fosse, rimane impressionante la differenza politica tra USA ed italietta: Obama dopo la ridimensionata, cerca costruttivamente un compromesso, da noi il compromesso è considerato da anni con connotazione estremamente negativa, e quindi impercorribile, nel nome di chissà quale “Elettore” cui rispettare il mandato.
    Un’Italia che ha dimenticato il sacrificio di Aldo Moro e che ha voltato definitivamente pagina alla ricerca di un compromesso costruttivo.
    Anno vinto i mandanti del terrorismo che fu i quali non volevano il compromesso storico, e la mignottocrazia governa senza vergogna.

  16. @ Andrea P.

    “L’ anomalia “antidemocratica” non è la RAI, ma la concentrazione di mezzi di informazione privati”

    Non sono solito guardare la televisione, ma mi pare di poter affermare che i canali Mediaset di informazione ne abbiano fatta sempre poca, preferendo l’intrattenimento.
    Ultimamente poi c’è Sky TG24, c’è La7, c’è Repubblica TV, c’è RAI News: tutti canali che fanno molta informazione, e che gradualmente col al passaggio al digitale terrestre finiranno per riequilibrare la situazione.
    Sono d’accordo che la concentrazione delle tv non sia una buona cosa, ma ciò che conta il modo concreto in cui la tv informa nel suo complesso. E rispetto a esso sono pochissimi quelli che come te definiscono le elezioni non democratiche.

    “Il presidente delle repubblica ha il dovere (non il diritto, il dovere!!) di verificare se ci sia o meno una maggioranza alternativa in parlamento; e se c’ è di conferire l’ incarico a chi la possa garantire.”

    Puoi citarmi la norma della costituzione che lo stabilirebbe?

    • Come ho cercato di spiegarti nel mio precedente post, il consenso elettorale lo si crea anche, e soprattutto, attraverso i programmi di intrattenimento, non solo con l’ informazione, di cui peraltro non sottovaluto certo l’ importanza. TG 5, studio aperto, TG 4: non mi pare si possa dire che Mediaset abbia pochi programmi dedicati all’ informazione.
      Mentre, come dici tu, aspettiamo che dal punto di vista televisivo la situazione si equilibri (e siamo ancora lontani, a giudicare dalla fetta di mercato di Mediaset), l’ anomalia ed il vantaggio rimane enorme. E lo rimarrà anche quando e se il mercato verrà equilibrato in maniera più omogenea: perchè, e mi pare ti dimentichi questo dettaglio, nessuna delle TV che citi è direttamente proprietà di un uomo politico, a differenza di Mediaset, le cui tre reti ne sono espressione diretta. C’ è un uomo politico che è l’ unico a godere del vantaggio dato da questa proprietà. Lo so che non sono tantissimi a definire tale vantaggio sufficientemente serio da pregiudicare il carattere democratico delle nostre elezioni. Ma non sono neanche in pochi: sempre più gente ormai è convinta che non ci troviamo in una democrazia piena, ma in una sorta di dittatura morbida, strisciante, subdola, anche se non violenta come le dittature che abbiamo conosciuto in passato (per fortuna!!). E uno dei motivi per cui questa gente definisce il Berlusconismo una semi-dittatura, è per il carattere poco democratico della competizione elettorale, in virtù dei motivi che ti ho illustrato.
      L’ articolo della costituzione non so dirtelo, non sono un costituzionalista, ne’ un giurista, ne’ appassionato di numeri di articoli. Ma questa prerogativa, e questo dovere del capo dello stato, sta nella stessa natura del nostro sistema parlamentare: il Capo dello stato conferisce l’ incarico a chi sia in grado di garantire una maggioranza in parlamento. Anche se questa è diversa dal patto preelettorale stabilito fra partiti, e questo per due motivi: primo perchè gli elettori eleggono i loro rappresentanti in parlamento, rappresentanti ai quali delegano la loro sovranità. Una volta eletto il parlamento, quindi, la sovranità è esercitata da questi singoli rappresentanti (deputati e senatori), e non direttamente dal popolo. Ne’ tantomeno dai partiti a cui appartengono. Secondo perchè la libertà dei rappresentanti è garantita espressamente dalla norma (non chiedermi quale articolo,non credo sia importante) che sancisce che tali rappresentanti esercitino questa sovranità SENZA VINCOLO DI MANDATO.

  17. “il consenso elettorale lo si crea anche, e soprattutto, attraverso i programmi di intrattenimento”

    Se è vero che programmi tipo (per dire) Dallas o Dinasty possono aver creato “consenso” verso certi modelli, con tutte le conseguenze che vuoi, va anche detto che la gente non aspettava altro.

    “nessuna delle TV che citi è direttamente proprietà di un uomo politico”

    Il giorno che B. lascerà, e le tv Mediaset continueranno ad appoggiare il centro-destra, che direte?

    Oppure: immagina che per incanto domani tutte le tv private spariscano. B. continuerebbe a controllare tutte le tv (ci sarebbe solo la RAI), così come la DC la controllava a suo tempo: sarebbero elezioni democratiche?

    “L’ articolo della costituzione non so dirtelo”

    Perché quell’articolo non c’è, come non c’è una norma che obblighi il presidente della repubblica a cercare una maggioranza in parlamento. Egli, a norma di legge, può sciogliere le camere in ogni momento; poteva farlo oggi, poteva farlo un anno fa.

    C’è chi invece ritiene che quella norma ci sia, ma è un’opinione e nulla più.

    • Quando Berlusconi lascerà (succederà???!!!!)Continuerò a dire che tre televisioni in mano di un solo soggetto sono troppe. Ci vorrebbe una legge che limiti a una o due al massimo. Com’ era, del resto, prima della legge Mammì. Comunque in quel caso, ovvero se non ci fossero più competitori elettorali a possedere TV, non le riterrei elezioni sufficientemente viziate da non ritenerle democratiche, come invece sostengo ora, che Berlusconi lasciato non ha. A meno che prima di andarsene non sfondi a piè pari ulteriori meccanismi democratici den nostro paese, tanto da indurmi a ritenere il contrario, a prescindere dalla proprietà televisiva.
      Ah, tra parentesi, ti sembrerà strano, ma direi lo stesso se le TV fossero possedute da chiunque, anche di sinistra, di centro, di sopra o di sotto. E’ il meccanismo che non mi va.
      Io non voglio che le TV private spariscano, ma che siano in mano a diversi soggetti, per poter garantire il pluralismo, che non ci sia una concentrazione eccessiva nelle mani di nessuno di questi soggetti, affinchè il potere mediatico non sia sbilanciato, e soprattutto che nessuno di questi soggetti possa competere alle elezioni. Non chiedo la luna.
      La RAI è controllata del potere politico attraverso il parlamento, per quanto Berlusconi continuasse a controllarla una volta vinte le elezioni, non avrebbe un vantaggio indebito rispetto ai suoi competitori, che sarebbero nelle sue stesse condizioni. Il controllo della RAI attraverso il parlamento,è cosa diversa dalla proprietà, piaccia o non piaccia (su come garantire più indipendenza della RAI dai partiti se ne può discutere a lungo), è una cosa molto diversa. Il controllo da parte del parlamento garantisce comunque un filtro in più rispetto alla proprietà diretta. Un filtro direi parecchio consistente.
      Sul capo dello stato e le sue prerogative credo tu stia sostenendo cose imprecise in maniera superficiale. Ma ti lascio su questo punto perchè non ho nessuna intenzione di mettermi a fare una guerra interpretativa sulla costituzione e i suoi articoli. Resta il fatto che in una democrazia parlamentare è naturale che il capo dello stato prima di sciogliere le camere verifichi se esista o meno una maggioranza in parlamento, anche se non fosse quella indicata dalle alleanze elettorali. Se no sarebbe una democrazia diretta, presidenzialista, il che ci potrebe anche stare, ma ccome in tutte le domocrazie dirette, dopo due mandati non si può più essere rieletti. Se fosse così io ci metterei la firma oggi. Te lo vedi Berlusconi che dopo due mandati decide di andare a casa?!!!

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