Neanche la propaganda.

Oramai nemmeno la propaganda di partito riesce a reggere il passo con le giravolte della Lega Nord. Sul braccio di ferro sulle pensioni, avvenuto ai limiti dell’implosione del governo e della pazienza dell’Europa, la Padania in serata sceglie un titolo da mandare in edicola il giorno seguente che si rivela completamente sballato soltanto qualche ora più tardi.

«Pensioni, la Lega non molla», titola il quotidiano leghista. Che non può sapere che il suo caro leader, Bossi, a notte fonda al contrario avrà sì strappato un no alle modifiche sulle pensioni di anzianità, ma anche mollato eccome sull’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni (pur se con un meccanismo graduale che porterà la riforma  a regime solo nel 2026). Dopo che soltanto nel pomeriggio era stato categorico:

Non è possibile portare le pensioni a 67 anni per far piacere ai tedeschi. Non possiamo farlo, la gente ci ammazza.

E dopo che aveva minacciato la crisi di governo, coerentemente del resto con quanto affermato nel corso di tutta l’estate.

Poi la rivelazione del ministro Gelmini a Ballarò («con la Lega raggiunto un accordo sull’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni»), la conferma intorno a mezzanotte. Immagino come l’abbiano presa, alla Padania, che si è vista crollare addosso il capolavoro di equilibrismo («resto pessimista») come un castello di sabbia sciacquato dalla marea. Chissà, magari guardandosi negli occhi. E chiedendosi, sottovoce: «E adesso che ci inventiamo?».

«Quello che ci siamo inventati fino a oggi», la risposta.

4 pensieri su “Neanche la propaganda.

  1. Che dire o aggiungere alle cose che hai postato…poichè ci sarebbe solo da piangere, e non è detto che ciò non avvenga presto per tutti gli Italioti; mettiamola così: A piangere sto morto sono lacrime perse.

    Complimenti per il blog.

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